martedì 25 marzo 2008

Pittura di montagna




Emilio Longoni e la pittura di montagna

Sabato sono andata a vedere la mostra alle Scuderie del Quirinale (Roma) su "Ottocento. Da Canova al Quarto Stato" (aperta dal 29 febbraio al 10 giugno 2008).
La mostra è molto ben organizzata e presenta dipinti e alcune sculture che sottolineano i passaggi decisivi di un secolo (l'Ottocento) oggetto recentemente (dopo un lungo e singolare ostracismo da parte della critica novecentesca), di un approfondito recupero storiografico.
Sono rimasta colpita da molti dipinti, ma soprattutto mi ha affascinato un quadro di Emilio Longoni (Ghiacciaio) collocato in una delle ultime sale dell'esposizione. I colori, l'atmosfera, le forme rappresentate mi hanno dato l'impressione di essere in alta montagna e di godere appieno di quell'immensità di spazi.

Emilio Longoni
nato a Barlassina nel 1859 e morto a Milano nel 1932, fu particolarmente attivo in Lombardia e fu un significativo esponente del divisionismo.
Entrato in rapporto, tramite il critico Gustavo Macchi, con un ambiente di intellettuali socialisti, in anni di intense lotte operaie, Longoni imboccò per qualche anno la via dell'impegno, dedicando i suoi quadri - riprodotti dalla stampa di sinistra - alla denuncia delle ingiustizie sociali
Dopo il distacco dal movimento socialista passò a temi religiosi e simbolisti, per poi approdare alla scoperta del paesaggio alpino, cui dedicò gli ultimi tre decenni della sua attività pittorica. Già nei primissimi anni del Novecento Longoni dimostrò di aver profondamente compreso i particolari equilibri del paesaggio d'alta montagna. Qui fu infatti differente la percezione del tempo, dello spazio, del colore, della luce. In alta quota il tempo è dilatato dallo sforzo impiegato per compiere pochi metri, e così dilatato è lo spazio. Mutano anche i colori che da colori vivi e netti, in un'aria senza polveri o vapori, si fondono in una gamma di colori pastello, grigio chiaro, azzurro, malva, rosa, in una atmosfera irreale.
Longoni, in diverse opere fece suo il ritmo della montagna, tendendo all'osservazione e alla resa oggettiva del paesaggio, tradotte con una completa padronanza dei principi del Divisionismo ¬ ormai docile strumento linguistico ¬ e svolgendo il dato naturalistico in simbolo, la bellezza della natura incontaminata in valore universale, senza tempo.

Ghiacciaio (olio su tela, eseguito tra il 1906 ed il 1910 circa)
Questo splendido dipinto, inedito, è uno dei tanti scorci del gruppo del ghiacciaio del Bernina, paesaggio particolarmente amato dall'artista. È tra la molte tele di grande dimensione eseguite dal Longoni durante i suoi lunghi soggiorni in quota.
L'inquadratura è a pieno campo, l'impianto prospettico si caratterizza per un taglio fotografico moderno con un effetto a zoom: la parete incombe, quasi investe lo spettatore, tagliata da profondi crepacci. Vi è la totale mancanza di dettagli naturalistici accattivanti, né rocce erbose, né cespi di rododendri turbano la perfetta "solitudine" del dipinto. La pennellata larga stende sulla tela un colore ricco di violetti, rosa, azzurri e grigi.
Ci troviamo di fronte ad un Longoni "materico" che ottiene comunque un risultato finale di grande suggestione dominato da un evanescente tonalità di violetto.

Divisionismo
Movimento pittorico italiano sviluppatosi a cavallo tra Ottocento e Novecento. La tecnica dei divisionisti, elaborata nell'intento di rappresentare in modo fedele il dato percettivo e soprattutto gli effetti della luce, prevedeva la resa delle diverse tonalità e sfumature naturali attraverso l’accostamento di colori puri, sull’esempio del puntinismo francese.


http://it.encarta.msn.com/encnet/refpages/RefArticle.aspx?refid=981536701

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