martedì 27 ottobre 2009

Lo spirito di questo blog



Filosofia di un blogger

Una persona a me molto vicina (e che mi conosce molto bene!) mi ha mandato il testo che vi riporto... una "storiella" un po' anomala che secondo me racchiude proprio lo spirito con cui ho dato origine - quasi due anni fa - a questo mio blog!
A voi la lettura e, se vi va, i commenti...

C’era una volta un blogger che viveva in una piccola città vicino al mare e scriveva solo un post a settimana attraverso un Internet Café, perché non possedeva nemmeno un computer. Egli non aveva molti lettori, ma quei pochi che aveva erano davvero interessati a ciò che lui scriveva e ogni volta controllavano il suo sito in cerca di nuovi post.

Un giorno, un americano notò il suo blog e gli mandò un’email complimentandosi per la qualità dei suoi post e chiedendogli quanto tempo impiegasse a scriverli.
Il blogger rispose: «Mi basta poco tempo, perché la maggior parte degli scritti si basano sulle riflessioni che ho già fatto guardando il mare».

Al che l’americano chiese: «Perché non scrivi più articoli, allora?».
Il blogger disse: «Mi sveglio tardi e passo il tempo a guardare il mare, incontrare donne bellissime, stare con gli amici, bere buon vino rosso. Scrivere le mie riflessioni per chiunque voglia leggerle è solo una delle mie piacevoli attività. Lavoro molto poco, giusto il necessario per sopravvivere».

L’americano disse: «Quello che scrivi è interessante, io sono un imprenditore e se tu riuscissi a dedicare più tempo al tuo blog, scrivendo più post, potrei aiutarti a trovare molti lettori. Sarebbe un grande successo».
Il blogger chiese: «Ah sì?… E poi?».

L’americano rispose: «A quel punto potresti mettere pubblicità sul tuo blog e fare soldi».
Il blogger disse: « Ah sì?… E poi?».

L’americano disse: «A quel punto potresti aprire nuovi blog e moltiplicare i guadagni».
Il blogger chiese di nuovo: « Ah sì?… E poi?».

L’americano disse: «A quel punto potrai espandere ulteriormente la tua rete di blog, assumere scrittori per scrivere più post e avere più visitatori e soldi».
Il blogger chiese di nuovo: « Ah sì?… E poi?».

L’americano disse: «A quel punto, potrai vendere i tuoi blog a una grande azienda delle comunicazioni e alzarti tardi, guardare il mare, incontrare donne bellissime, bere il vino con gli amici e scrivere un blog solo per il tuo piacere…».

sabato 24 ottobre 2009

Nordic Walking urbano

Nordic Walking alla scoperta del Coppedè

Il Walking Center Roma ha organizzato, per domenica 25 ottobre, una splendida passeggiata alla scoperta di uno dei quartieri più ricchi di architettura di Roma: il quartiere Trieste e la zona del Coppedè.

Bastoncini alla mano, ci si troverà a camminare tra marmi, loggiati, decorazioni multicolori, archi e vetrate e tra costruzioni che riecheggiano lo stile liberty così come quello dell'art decò, del barocco e addirittura anche medievale.

Un angolo di Roma dove qualsiasi cosa è perfetta e curata, un mondo per pochi privilegiati, ma che riesce davvero a far sognare e a far rilassare chiunque.

appuntamento: ore 9.50 (inizio 10.00) piazza Verbano di fronte al cinema Admiral
durata: 1h.45 - 2h
quota di partecipazione: 5,00 €uro
iscrizioni: prenotazione@walkingcenter.it
istruttrice: Alessandra



mercoledì 21 ottobre 2009

Le Dolomiti nell'Unesco




Dolomiti patrimonio dell'Umanità

Il 27 giugno 2009 (ovvero da questa estate) sono stati iscritti 13 nuovi siti nella lista del patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
Tra questi una delle meraviglie del paesaggio e della geologia ed uno straordinario esempio di integrazione uomo-ambiente: le DOLOMITI.
A seguito del voto unanime da parte dei 21 componenti del “World Heritage Committee”, le Dolomiti sono ufficialmente inserite nella lista e sono diventate - dopo le isole Eolie - il secondo sito naturale italiano nel patrimonio dell'Unesco.

L’area interessata comprende nove gruppi dolomitici per un’ estensione complessiva di 142.000 ettari (ai quali si aggiungono altri 85.000 ettari delle cosiddette ‘aree cuscinetto’) suddivisi tra le province di Trento, Bolzano, Belluno, Pordenone ed Udine.

Le montagne interessate sono:

il gruppo formato dal Monte Pelmo (3.169 m) e Croda da Lago, situati in Veneto, tra Cadore, Zoldano e Ampezzano

il massiccio della Marmolada, posto fra Trentino e Veneto e comprendente la cima più alta delle Dolomiti (3.343 metri) e il ghiacciaio più significativo

il gruppo formato dalle Pale di San Martino (3.192 m), Pale di San Lucano e Dolomiti Bellunesi, per lo più in territorio veneto ma anche trentino


il gruppo formato dalle Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave, le più orientali, suddivise fra le province friulane di Pordenone e Udine

le Dolomiti Settentrionali, situate fra Alto Adige e Veneto e comprendenti i frastagliati Cadini, le candide Dolomiti di Sesto, le austere Dolomiti d’Ampezzo, le lunari Dolomiti di Fanes, Senes e Braies


il gruppo Puez-Odle, tutto in territorio altoatesino, oggi splendido parco naturale


il gruppo formato dallo Sciliar (2.563 m), dal Catinaccio e dal Latemar, a cavallo fra Alto Adige e Trentino


le Dolomiti del Brenta, le piu’ occidentali, dove vive ancora l’orso bruno, tutte in territorio trentino

il Rio delle Foglie, uno straordinario canyon, unico al mondo, le cui stratificazioni rocciose dei più diversi colori e gli innumerevoli fossili di animali preistorici permettono di ‘leggere’ come in un libro aperto la storia geologica della Terra.

Alla solita "italica maniera" da giugno ad oggi non sono mancate le polemiche....
Si è cominciato a discutere su chi deve gestire i siti ... su chi deve ospitare la sede del comitato che gestirà il Patrimonio ... sul perchè alcune cime importanti (ad esempio il Sasso Lungo, il Sasso Piatto e il gruppo del Sella) sono state escluse, ecc...
Certo il tema non è affatto facile e si sa che, ogni volta si fissa sulle carte un perimetro, nascono diatribe tra chi sta fuori e chi sta dentro quel perimetro.

Ma perchè non approfittare di questa occasione per far del bene al nostro bel paese e al nostro bel paesaggio, anzichè mandare tutto in malora come sta già accadendo per le isole Eolie?


venerdì 16 ottobre 2009

Gatti



Presenza silenziosa e preziosa

Oggi voglio parlare di…. GATTI!!!
Sì… avete capito bene: quei teneri, arruffosi, un po’ permalosi batuffoli di pelo a quattro zampe che riempiono la casa (e la vita) di molti di noi.

Proprio stamattina un articolo de La Repubblica (di Alessandra Retico) ci racconta che ci sono quasi 9 milioni e mezzo di esemplari felini solo nelle case italiane (600 milioni nel mondo)… ovvero un gatto ogni 10 umani.
È un mistero domestico, continua l’articolo, perché i gatti “non fanno granché nella loro vita e neanche nella nostra, ciondolano per casa, dormono sul divano, aspettano pazienti che diamo loro del cibo, ci sopportano. Sono parecchio lunatici”.
Di fatto è tutto vero… ma vi confesso che sotto-sotto li invidio molto e talvolta mi capita di pensare «se rinasco voglio nascere “gatta da casa”»!

Convivo da nove anni con la mia dolce micia (l’ho chiamata Trippa perché da piccolina era una vera e propria pallottolina di pelo): quando non sono in casa so che lei si gode tranquillamente e beatamente il divano (alternandolo con il letto e, d’inverno, con il termosifone caldo sul quale è necessario adagiare un bel panno di lana morbida); quando torno è capace di “raccontarmi” a modo suo la giornata, di starmi accanto per farmi sentire la sua presenza e il suo affetto; è abbastanza abitudinaria e ama mangiare più o meno alla stessa ora (fa due pasti, colazione e cena), ma non rompe più di tanto e non fa dispetti se dovessi tornare tardi e darle la pappa in orari non consoni; sa riconoscere perfettamente gli ospiti con i quali può instaurare un rapporto (sempre facendo capire bene chi è la padrona di casa, però), da quelli con i quali è meglio non avere molto contatto… fino ad arrivare a quelli che ritiene essere fastidiosi per sé (e magari anche per la padrona).
Per me (e immagino che questo valga anche per altri di voi che si trovano tra i piedi un micio peloso) è una presenza importantissima, che riempie la mia casa e me… Sarà anche (sempre citando l’articolo di Repubblica) che la scienza dice che sono “opportunisti” e che “non sono nemmeno amici e fedeli come i cani”… ma vi assicuro che per me non è così e che spesso e volentieri mi impressiona vedere il suo attaccamento e la sua capacità di comunicare affetto. Amo la sua abilità nel saper stare da sola e, nello stesso tempo, la sua capacità di gradire la mia presenza, le mie coccole, il mio co-abitare con lei!

Sembra che il sodalizio uomo-gatto si nato ben 10.000 anni fa: recenti ritrovamenti archeologici hanno dimostrato la presenza del “gatto casalingo” in Medio Oriente, nella cosiddetta Mezza Luna fertile, in concomitanza con la nascita dell’agricoltura.
Oggi è ancora difficile dire quando esattamente il gatto selvatico si è trasformato in “gatto affettuoso”, me è certo ormai che la convivenza conveniva ad entrambi: al gatto perché vicino all’uomo aveva modo di trovare sempre topi (nei granai) e rifiuti; all’uomo perché il felino scacciava via proprio i roditori.
Le testimonianze più complete e ricche della “domesticità felina” risalgono a 3.700 anni fa, grazie ad una statuetta di avorio ritrovata in Israele. Poi, 2.900 anni fa il gatto divenne compagno abituale nell’antico Egitto, dove veniva adorato e addirittura personificato nella dea Bastet. Da lì arrivò in Grecia, e i Romani lo diffusero poi in tutto l’Impero; in Oriente arrivò con l’apertura delle vie commerciali; il America (sembra) con Cristoforo Colombo; in Australia con i coloni alla fine del XIX secolo.

Le razze di gatto domestico, oggi, sono almeno una sessantina… “minime le differenze genetiche, identico il carattere, da sempre: deduttivamente umorale”.

lunedì 12 ottobre 2009

Geocaching


Caccia al tesoro e Nordic Walking

Ieri mattina - domenica 11 ottobre - il Walking Center Roma (http://www.nordicwalkingroma.it/) ha organizzato una nuova ed emozionante avventura ... una passeggiata di Nordic Walking abbinata ad una vera e propria caccia al tesoro. Questo tipo di attività, meglio conosciuta con il nome di Geocaching, non era ancora mai stata combinata con l'attività del Nordic e sembra - a sentire almeno i partecipanti alla camminata-ricerca di ieri - che abbia avuto un buon riscontro in termini di partecipanti e, soprattutto, di divertimento.

Seguendo le mappe e le tracce GPS fornite, i walkers romani si sono dunque avventurati con i loro bastoncini lungo i sentieri del Parco della Caffarella alla ricerca del punto dove era stato nascosto il "tesoro", l'hanno trovato e così come vogliono le regole del gioco hanno lasciato una traccia del loro passaggio.

Ma vediamo nel dettaglio in che cosa consiste questa "Caccia al tesoro"....

Cos'è il geocaching?
Qualcuno nasconde in un posto speciale, spesso in mezzo alla natura, un contenitore impermeabile, con dentro uno o più oggetti idealmente simpatici, fra cui immancabilmente un registro. Usando un ricevitore GPS (già disponibile a partire da circa 100 euro) determina le coordinate esatte del nascondiglio, per poi pubblicarle sul sito http://www.geocaching.com/.
I giocatori possono consultare queste coordinate e partire in cerca della cache (il cosiddetto 'tesoro'). Non appena trovata, firmano il registro dopo di che possono prelevarne un oggetto. In cambio, dovrebbero lasciarci qualcosa di nuovo, in modo che la 'qualità' complessiva della cache non diminuisca, anzi aumenti. Così il contenuto della cache cambia continuamente.
Una volta tornati a casa, registreranno la loro visita sulla pagina creata appositamente per quella cache, condividendo in questo modo le proprie esperienze con gli altri partecipanti al gioco.

Da dove cominciare?
Nel geocaching ci sono due attività principali: cercare le cache (i tesori) e nasconderle.
Conviene affrontare prima la fase della ricerca, anche perché cercando le cache ci si potrà fare un'idea di come sono fatte, in cosa consistono, ecc...
Il primo passo per cominciare con il geocaching è quello di avere un'unità GPS e creare un proprio account sul sito geocaching.com in maniera tale da poter avere accesso ai dati relativi all'esatto posizionamento delle cache (le coordinate GPS).
Una volta "entrati" nel sito con il proprio login sarà possibile specificare (nel proprio "profilo") dove ci si trova esattamente, per permettere al sistema del sito di far vedere le cache disponibili nella propria zona, ordinate per distanza.

Altre informazioni e suggerimenti sono disponibili sul sito http://www.geocaching.it/, il luogo d'incontro per geocacher italiani.

venerdì 9 ottobre 2009

Dialogo tra vita e morte




La fine è il mio inizio

Il libro (splendido) di Tiziano Terzani sta diventando un film... è giusto? è sbagliato? ... francamente non so, ma leggo proprio oggi la notizia e così come è ve la riporto, amici blog-nauti.

Nel libro Tiziano Terzani, sapendo di essere arrivato alla fine del suo percorso, parla al figlio Folco di cos'è stata la sua vita e di cos'è la vita: "Se hai capito qualcosa la vuoi lasciare lì in un pacchetto", dice.
Così racconta di tutta una vita trascorsa a viaggiare per il mondo alla ricerca della verità. E cercando il senso delle tante cose che ha fatto e delle tante persone che è stato, delinea un affresco delle grandi passioni del proprio tempo. "Se mi chiedi alla fine cosa lascio, lascio un libro che forse potrà aiutare qualcuno a vedere il mondo in modo migliore, a godere di più della propria vita, a vederla in un contesto più grande, come quello che io sento così forte".



La fine è il mio inizio
Tiziano Terzani
Longanesi, Milano 2006


Oggi tutto questo viene "tradotto" su una pellicola ed il set è stato predisposto all'Orsigna, sull'Appennino tra Toscana e Emilia, nell'amatissima casa in mezzo alle montagne nella quale Terzani scelse di morire.

Padre e figlio sono seduti sotto una pergola di vite. Il padre sembra vecchissimo, è vestito di bianco, il viso coperto da una folta barba anch'essa bianca. Il figlio è poco più che un ragazzo. Ascolta racconti di guerra, storie di pace, pensieri. E ascolta la Storia: la Cina, il Vietnam, la Cambogia, il Giappone, la Tailandia, Singapore, l'India. Sembra un monologo, invece è il dialogo che Folco Terzani ha avuto con il padre Tiziano nei suoi ultimi tre mesi di vita.
Dopo la morte di Terzani (2004), il figlio ha trascritto le parole con le quali il viaggiatore, il giornalista (prima per Repubblica, poi per il Corriere della Sera), lo scrittore, il padre gli ha raccontato la sua vita.
[...]
Il padre è Bruno Ganz e il figlio è Elio Germano (l'attrice austriaca Erika Pluhar interpreta la moglie Angela, Andrea Osvart la figlia Saskia e Gianni Cavina è l'orsignese Mario).
La produzione è della tedesca Colina Film (in trattative con RaiCinema), come tedeschi sono il regista Jo Baier e la sua troupe.
Un sito italiano con 30 mila iscritti, un milione e più di libri venduti in patria, ma Terzani è popolare in Germania quasi quanto in Italia. Trentennale è stata infatti la sua collaborazione con il settimanale Spiegel del quale fu corrispondente e inviato nei posti caldi della terra.
"Ganz e Germano hanno girato la prima scena, la più difficile, quella in cui il babbo mi parla della morte" racconta Folco Terzani. Ieri non è riuscito a fermare le lacrime.
La situazione è anomala. Perché i luoghi sono quelli veri, la coperta che Ganz ha sulle ginocchia è proprio quella che cinque anni fa copriva le gambe di Terzani morente ed Elio Germano è costretto a recitare avendo di fronte il suo personaggio in carne e ossa. "Non devo fare il verso a Folco, ma trovare il suo personaggio dentro di me" dice Germano. "Non gli ho chiesto di raccontarmi un suo stato d'animo in quei tre mesi. Gli ho chiesto, piuttosto, se avesse mai letto quel tale libro che il padre citava".
Scritta da Folco Terzani con il produttore del film Ulrich Limmer, la sceneggiatura è l'essenza del libro, così come il libro lo è di una vita. "Abbiamo dovuto sacrificare cose bellissime" dice Folco. "Ma abbiamo scelto di lasciare la Storia per metterla al servizio di una ancora più grande che il babbo voleva raccontarmi: il senso di una vita e la storia di un uomo che morendo cerca di spiegare che cosa ha capito, ma sa di non poter tirare conclusioni. Perché nulla si conclude. Altri prima di lui hanno raccontato la vita e la morte con le stesse parole e, dopo di lui, altri continueranno a farlo".

(parte del testo del blog è tratta da un articolo di Laura Putti, pubblicato oggi su http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/spettacoli_e_cultura/film-terzani/film-terzani/film-terzani.html?ref=hpspr1)

il sito ufficiale di Tiziano Terzani è http://www.tizianoterzani.com/index.htm

giovedì 8 ottobre 2009

Quota 8.000

GRAZIEEEEEEE!!!!
Grazie amici blog-nauti... grazie di cuore...

Oggi il blog ha superato quota 8.000 visite .... e proprio non ci pensavo assolutamente quasi due anni fa, quando nel dicembre 2007 mi è venuto in mente di pubblicare on line i miei pensieri, le mie passioni, i miei hobby, o semplicemente le notizie che mi incuriosivano o che mi sembravano importanti...
Insomma... grazie davvero.... se 8.000 persone sono venute a leggere i miei post vuol dire che Alfatown funziona e spero di continuare così... con post sempre nuovi, interessanti e ricchi!!!

Un viaggio... che prima o poi vorrei fare



Sul camino degli Incas

Ieri sera, alla fine di un'intensa e lunga giornata, mi sono messa a sognare ad occhi aperti... e ho letto con entusiasmo e attenzione un bell'articolo comparso sui Viaggi di Repubblica.

Vi riporto interamente l'articolo, sperando che entusiasmi voi come ha fatto con me... rappresenta uno dei viaggi che, prima o poi nella mia vita, vorrei fare, zaino in spalla, macchina fotografica pronta e occhi aperti... per scoprire un mondo (antico?) così lontano e così diverso dal nostro.

Buona lettura!!!!
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Incas. Il cammino incantato al centro dell' impero
di Omero Ciai (La Repubblica, 7 ottobre 2009, pag. 34, sezione VIAGGI)

Bisogna essere veramente pigri per rinunciare, una volta arrivati a Cuzco, al camino Inca che porta a Machu Picchu.
Dall' ombelico del mondo (è questo il significato della parola Cuzco in lingua quechua) ci sono due modi per raggiungere la "città perduta", scoperta quasi cent' anni fa (1911) dall' esploratore americano Hiram Bingham con una spedizione finanziata dall' Università di Yale: il primo è a piedi, l' altro in treno. La ferrovia bordeggia il fiume Urubamba e il treno ci impiega tra le tree le quattro ore per arrivare ad Aguas Calientes da dove, poi in autobus, si raggiunge Machu Picchu. C' è un treno più economico ed uno di lusso, che chiamano Vistadome, con alcune parti del tetto dei vagoni in cristallo affinché i passeggeri possano vedere bene il panorama stando seduti.
Ma una regione incantata di vallate mozzafiato sopra i tremila metri non può essere semplicemente visitata, l' unico modo per conoscerla è viverla. E un modo per viverla è affrontare a piedi, sacco in spalla, i quarantadue chilometri del camino Inca che univa Machu Picchu con la capitale dell' impero: Cuzco.
È una lunghezza da maratona ma nella versione turistica moderna si percorre in quattro giorni con tre soste notturne.
La parte più affascinante del tragitto è al terzo giorno quando si supera il passo di Runkurakay e in mezzo ai cervi e a magnifiche valli si arriva fino alle rovine di Intimata, un complesso di terrazze e banchine costruite nel pendio di una montagna, prima di scendere verso l' ultimo accampamento, Wiñaywayna, ormai prossimi all' aerea di Machu Picchu.
Il vantaggio di raggiungere la città perduta sulle proprie gambe è anche quello di arrivarci all' alba, quando una luce tremula illumina poco a poco il tracciato della città, rendendola ancora più maestosa.
L' ultimo tratto da Wiñaywayna alla meta si percorre in poco meno di due ore ma già ad Inti Punku, poco dopo la metà del viaggio, si comincia a distinguere Machu Picchu.

All' origine il camino inca che collegava Cuzco a Machu Picchu era lungo circa 130 chilometri ma oggi la parte conservata che si percorre a piedi è appena un terzo. Sull' accesso c' è un numero chiuso e di solito conviene comprare il biglietto con un po' di anticipo.
L' avvicinamento al trekking inizia con un autobus che da Cuzco arriva fino al km 82 della strada verso Machu Picchu. Da qui, con una prima giornata di leggere salite, si prende l' antico cammino attraversando il fiume su un ponte sospeso di corda e legno. Insieme alle vedute, ai canyon e alle rovine di altri insediamenti incas che si trovano lungo la via un' attrazione della zona sonoi differenti tipi di orchidee che si incontrano.
La prima notte si trascorre in un accampamento che si chiama Wayllabamba e che si trova intorno ai 3.000 metri. Prima di partire, quando scegliete le cose da portare, ricordatevi che, anche in piena estate, l' escursione termica tra il giorno e la notte può essere molto forte e può fare piuttosto freddo.
Il secondo giorno è anche quello più difficile perché si sale fino ai 4.000 metri del passo di Warmiwañusca. Tutto il viaggio viene fatto sempre insieme ad una guida locale ma se non siete abituati all' altitudine e alla scarsezza di ossigeno e non siete abbastanza allenati per il secondo giorno si consiglia di pagare un portatore che vi aiuti con i bagagli o lo zaino fino al passo. Il servizio costa una decina di euro e vi consentirà di salire un po' più leggeri e più tranquilli.

Per gli incas Machu Picchu (l'Antico picco) non era una città come tutte le altre. Aveva soprattutto una funzione strategica. Più che da abitazioni Machu Picchu era costituita da una serie di templi, osservatori e palazzi per accogliere l' élite degli incas in modo che si potesse difendere e proteggere in caso d' attacco in un' area quasi inaccessibile arroccata su uno sperone roccioso a 2300 metri d' altezza e a 450 metri a strapiombo sulle acque del fiume Urubamba.
Ancora oggi tutto il suo incanto e il suo mistero nasce da questa straordinaria posizione geografica.

martedì 6 ottobre 2009

Michelangelo in mostra


Michelangelo architetto a Roma

Apre oggi - 6 ottobre 2009 - ai Musei Capitolini, e rimarrà aperta rimane fino al 7 febbraio 2010, la grande mostra "Michelangelo architetto a Roma", testimonianza dell'amore del grande artista per la città e del segno forte che ha saputo imprimervi.
La mostra è curata da Mauro Mussolin e Pina Ragionieri ed è stata ideata dalla Fondazione Casa Buonarroti di Firenze, che custodisce il maggior numero al mondo di studi e progetti di architettura realizzati da Michelangelo.

L'esposizione si articola in 17 sezioni ed espone 105 opere che tracciano un profilo di Michelangelo architetto a Roma nei due principali momenti in cui l'artista visse nella città: tra 1505 e 1516 e dal 1534 fino alla morte nel 1564. Cuore della mostra è lo straordinario nucleo di oltre 30 disegni autografi dell'artista relativi ad opere romane, che si alternano con antiche stampe, disegni, modelli, volumi e documenti originali dell'epoca, concessi in prestito da importanti collezioni italiane.
L'itinerario espositivo parte dai tempestosi rapporti di Michelangelo con Papa Giulio II della Rovere (per il quale l'artista progettò un monumento sepolcrale che lo coinvolse fino alla sua morte), passa per la passione del maestro per l'arte classica (testimoniata dai bellissimi fogli di studio dall'antico, noti come copie dal cosiddetto Codice Coner, celebre taccuino cinquecentesco di rilievi di antiche architetture romane), arriva alle grandi committenze di Paolo III Farnese: le trasformazioni di Piazza del Campidoglio, il completamento di Palazzo Farnese, la carica di architetto della Fabbrica di San Pietro.
La sezione riguardante i progetti per la chiesa di San Giovanni dei Fiorentini e per Porta Pia documenta uno dei vertici della progettazione architettonica di Michelangelo.
Il lungo percorso, infine, si conclude con le esperienze estreme - in termini cronologici ma soprattutto di innovazione compositiva - della Cappella Sforza e della trasformazione delle terme di Diocleziano nello spazio di Santa Maria degli Angeli.

Michelangelo Architetto a Roma
(dal 6 ottobre 2009 al 7 febbraio 2010)
Roma, Musei Capitolini, Palazzo Caffarelli, piazza del Campidoglio
da martedì alla domenica ore 9.00-20.00 (ingresso consentito fino alle 19.00)
ingresso alla sola mostra: intero € 6.00 e ridotto € 4.00; ingresso al museo e alla mostra: intero € 9.00 e ridotto € 7.00

lunedì 5 ottobre 2009

Contest fotografico



Fotografiamo la montagna

Carissimi amici blog-nauti,
oggi voglio segnalarvi una bella iniziativa fotografica alla quale sto partecipando e che penso possa interessare tanti appassionati (come me) di montagna e di fotografia.

Parte oggi il Contest Fotografico “La Montagna” organizzato da Andrea Opletal, che già in passato ha organizzato Contest Fotografici on-line con discreto successo: il primo trattava scatti fatti per la strada "Click on The Road" e il secondo fotografie che ritraevano l’inverno "Winter Slice".

Personalmente ho partecipato con queste due fotografie






Dolomie (Odle, luglio 2009)







In pausa (Alpe di Siusi, luglio 2008)

Ditemi cosa ne pensate (del contest, delle mie foto, della fotografia di montagna) e soprattutto partecipate ... partecipate ... partecipate!!!
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Alcune indicazioni generali sul contest:
- il concorso comincia oggi (5 ottobre 2009) e si conclude fine mese (scadenza 31 ottobre 2009)
- il formato minimo delle foto è 1024x768
- ciascun partecipante potrà inviare massimo 2 foto a questo indirizzo mail, indicando nel testo della mail il titolo delle foto e il nome dell'autore
- le foto saranno visionate da una giuria che sceglierà le 10 foto più belle; tra queste finaliste sarà poi scelta la foto più bella
- le foto saranno pubblicate su un'apposita vetrina Flickr http://www.flickr.com/photos/lamontagna/

La giuria è composta da:
Libero API (fotografo)
Enzo Massa Micon (guardaparco)
Ferruccio Altomare (escursionista)

Gli sponsor dell'iniziativa sono:
Il Seguire, azienda che promuove arredamento ecologico per la casa, articoli prodotti unicamente con tele e cotone da imbottitura di coltivazione biologica; un interessante catalogo che può soddisfare le vostre esigenze per la casa;
Casa Editrice Giunti, editoria per la prima infanzia, per la scuola, libri per ragazzi, psicologia, musica, arte, letteratura, storia, scienze, ma anche manualità, tempo libero, turismo, cucina, salute, medicine alternative e molte altre proposte.
Il Marsupio, equipaggiamento per sportivi, zaini, rucksack, alpinismo, alpine, biking, borse per bici, sleeping bag, sacchi a pelo, sacchi, pelo, tende e tanto altro ancora.

Peri il regolamento del contest si può visitare il sito http://www.aopletal.net/2009/09/24/contest-fotografico-la-montagna/ oppure ulteriori informazioni sono visibili sul gruppo di facebook e sull’evento correlato.

venerdì 2 ottobre 2009

Giornata internazionale della nonviolenza



2 ottobre: buon compleanno Gandhi!

Debutta oggi la giornata internazionale della
NON VIOLENZA.

Oggi, per la prima volta, a distanza di ben 138 anni da quel 2 ottobre del 1869, l'anniversario della nascita di Gandhi sarà ricordato non solo in India ma anche nel resto del mondo.
L’Assemblea generale dell’ONU in una risoluzione approvata dai 192 Stati membri dell’ONU, su proposta del governo Indiano, invita tutti i paesi, organizzazioni e individui a “commemorare questo giorno per promuovere una cultura della pace, della tolleranza, della comprensione e della nonviolenza".
È infatti con Gandhi che nasce la nonviolenza moderna.
Certo, essa è sempre esistita, è "antica come le montagne", ma prima del Mahatma era sempre stata intesa come via personale alla salvezza, come codice individuale, come precetto valido per l'individuo. È solo con la straordinaria esperienza gandhiana, prima in Sudafrica e poi in India, che la nonviolenza diventa politica, strumento collettivo di liberazione.
La nonviolenza è stata la vera, grande, unica, rivoluzione del XX secolo. Le ideologie del '900 si sono frantumate alla prova della storia, sono state sepolte nelle tragedie dei campi di sterminio e nei gulag, sono morte nei massacri della prima e della seconda guerra mondiale. Solo la nonviolenza resta ad indicare una nuova via. La nonviolenza è un mezzo e un fine, è uno strumento per risolvere i conflitti che la vita ci presenta, a livello individuale e sociale (povertà, discriminazioni, esclusioni, ecc.); la violenza mira a sconfiggere o eliminare l’avversario; la nonviolenza vuole far emergere la verità e offrire una via d’uscita per tutti; preferisce convincere piuttosto che vincere. Non c’è un nemico da criminalizzare, ma un avversario da conquistare.

Per l'occasione, oggi, al palazzo di vetro - dove è in corso la seduta annuale dell'Assemblea Generale dell'Onu - interverrà Sonia Gandhi, che con il Mahatma non ha nessun legame di parentela, ma ne ha raccolto l'eredità politica.