venerdì 16 ottobre 2009

Gatti



Presenza silenziosa e preziosa

Oggi voglio parlare di…. GATTI!!!
Sì… avete capito bene: quei teneri, arruffosi, un po’ permalosi batuffoli di pelo a quattro zampe che riempiono la casa (e la vita) di molti di noi.

Proprio stamattina un articolo de La Repubblica (di Alessandra Retico) ci racconta che ci sono quasi 9 milioni e mezzo di esemplari felini solo nelle case italiane (600 milioni nel mondo)… ovvero un gatto ogni 10 umani.
È un mistero domestico, continua l’articolo, perché i gatti “non fanno granché nella loro vita e neanche nella nostra, ciondolano per casa, dormono sul divano, aspettano pazienti che diamo loro del cibo, ci sopportano. Sono parecchio lunatici”.
Di fatto è tutto vero… ma vi confesso che sotto-sotto li invidio molto e talvolta mi capita di pensare «se rinasco voglio nascere “gatta da casa”»!

Convivo da nove anni con la mia dolce micia (l’ho chiamata Trippa perché da piccolina era una vera e propria pallottolina di pelo): quando non sono in casa so che lei si gode tranquillamente e beatamente il divano (alternandolo con il letto e, d’inverno, con il termosifone caldo sul quale è necessario adagiare un bel panno di lana morbida); quando torno è capace di “raccontarmi” a modo suo la giornata, di starmi accanto per farmi sentire la sua presenza e il suo affetto; è abbastanza abitudinaria e ama mangiare più o meno alla stessa ora (fa due pasti, colazione e cena), ma non rompe più di tanto e non fa dispetti se dovessi tornare tardi e darle la pappa in orari non consoni; sa riconoscere perfettamente gli ospiti con i quali può instaurare un rapporto (sempre facendo capire bene chi è la padrona di casa, però), da quelli con i quali è meglio non avere molto contatto… fino ad arrivare a quelli che ritiene essere fastidiosi per sé (e magari anche per la padrona).
Per me (e immagino che questo valga anche per altri di voi che si trovano tra i piedi un micio peloso) è una presenza importantissima, che riempie la mia casa e me… Sarà anche (sempre citando l’articolo di Repubblica) che la scienza dice che sono “opportunisti” e che “non sono nemmeno amici e fedeli come i cani”… ma vi assicuro che per me non è così e che spesso e volentieri mi impressiona vedere il suo attaccamento e la sua capacità di comunicare affetto. Amo la sua abilità nel saper stare da sola e, nello stesso tempo, la sua capacità di gradire la mia presenza, le mie coccole, il mio co-abitare con lei!

Sembra che il sodalizio uomo-gatto si nato ben 10.000 anni fa: recenti ritrovamenti archeologici hanno dimostrato la presenza del “gatto casalingo” in Medio Oriente, nella cosiddetta Mezza Luna fertile, in concomitanza con la nascita dell’agricoltura.
Oggi è ancora difficile dire quando esattamente il gatto selvatico si è trasformato in “gatto affettuoso”, me è certo ormai che la convivenza conveniva ad entrambi: al gatto perché vicino all’uomo aveva modo di trovare sempre topi (nei granai) e rifiuti; all’uomo perché il felino scacciava via proprio i roditori.
Le testimonianze più complete e ricche della “domesticità felina” risalgono a 3.700 anni fa, grazie ad una statuetta di avorio ritrovata in Israele. Poi, 2.900 anni fa il gatto divenne compagno abituale nell’antico Egitto, dove veniva adorato e addirittura personificato nella dea Bastet. Da lì arrivò in Grecia, e i Romani lo diffusero poi in tutto l’Impero; in Oriente arrivò con l’apertura delle vie commerciali; il America (sembra) con Cristoforo Colombo; in Australia con i coloni alla fine del XIX secolo.

Le razze di gatto domestico, oggi, sono almeno una sessantina… “minime le differenze genetiche, identico il carattere, da sempre: deduttivamente umorale”.

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