martedì 18 agosto 2009

Papere in viaggio


Ben ritrovati amici blog-nauti, spero che le vostre vacanze siano andate (o stiano andando) per il verso giusto: riposo, relax, svago, mare o montagna o città d'arte o viaggi in giro per il mondo, sole e aria buona, ....
Durante le mie letture estive (serie e semi-serie) mi sono imbattuta in una notizia alquanto curiosa della quale vi vorrei parlare...




Dal bagnetto all'oceano


Navigatori formidabili.... una paperella gialla, un castoro rosso, una ranocchia verde e una tartaruga blu...

Verso la fine del gennaio 1992 la nave cargo che trasportava questi Friendly Floatees (quei comunissimi giochi di plastica che hanno da sempre accompagnato i bagnetti dei bambini) perse il suo colorato carico di pennuti di gomma (ma c’erano anche tartarughe, castori e rane) in pieno Oceano Pacifico a causa di una tempesta. La spedizione - appena uscita da una fabbrica di Hong Kong - doveva arrivare negli USA, ma tre containers finirono in mare aperto e, rompendosi a contatto con l’acqua, liberarono quasi 30 mila animaletti di plastica.
Da allora hanno vagabondato per il globo seguendo le correnti marine.

Ma non sono stati del tutto soli nel loro viaggio...
Dalla sua base di Seattle, infatti, l’oceanografo americano Curtis Ebbesmeyer li ha tenuti costantemente monitorati, seguendone gli spostamenti sulla cartina geografica e ricostruendo tutto il percorso compiuto fino ad oggi.

10.000 esemplari hanno costeggiato l'Alaska, rimanendo per un po' a girovagare tra le correnti circolari del Nord Pacifico e arrivando, nel 1995, allo stretto di Bering.
Lì sono rimasti intrappolati (o 'solo' rallentati) dalle acque ghiacciate fino a che non sono riusciti a superare il Polo, circumnavigato la Groenlandia e sono quindi arrivati (nel 2003) in parte sulla costa est degli Stati Uniti e in parte sulle coste inglesi.
Gli altri 19.000 animaletti fuoriusciti dal container si sono, invece, mossi verso sud arrivando (alcune) in Australia o - una volta cambiata la loro rotta - in sud America e oggi si trovano "disperse" nell'oceano Artico, nel Pacifico e nell'Atlantico.

La maggior parte dei Friendly Floatees sono ancora alla deriva e hanno viaggiato per più di 60mila chilometri senza mai toccare terra, più di quanto qualsiasi navigatore umano abbia mai potuto fare... e vantare...
E sono sempre seguite da Curtis, coadiuvato da un numeroso gruppo di aiutanti e collezionisti da spiaggia che si "radunano" intorno alla newsletter trimestrale Beachcombers Alert creata per l'occasione.

Questa passione di Curtis Ebbesmeyer per il floatsam (nome generico che è stato dato agli animaletti che navigano alla deriva) gli ha permesso di scoprire i segreti delle correnti circolari oceanografiche che sono generate da differenze di pressione (in certe zone la pressione dell'aria è così intensa da abbassare persino il livello dell'acqua e spingere le acque circostanti a cercare di riempire il dislivello), da cambiamenti di temperatura e dal moto rotatorio terrestre.

Il floatsam plastico ha una doppia natura: da una parte costituisce una minaccia per gli animali che lo inghiottono, ma dall'altra parte è anche un'opportunità di diffusione per tutti quei molluschi e crostacei che vi si attaccano, venendo così trasportati in altre parti dell'oceano.

http://beachcombersalert.org/
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/06_Giugno/28/paparelle_oceano_correnti.shtml
http://www.nuovaluce.org/nl/notizieimperdibili.htm#Un%20mare%20di%20plastica