venerdì 31 ottobre 2008

Appia Antica

Nordic Walking lungo l'Appia Antica

Domenica 2 novembre è in programma una nuova uscita di Nordic Walking nel Parco Regionale dell'Appia Antica.

Percorreremo parte della vecchia strada romana per un itinerario ricco di interessanti, quanto sconosciuti, reperti archelogici.
Il percorso sarà quello che va dall'incrocio di via di Tor Carbone fino all'incrocio con via di Fioranello (in base al tempo potremmo anche decidere di andare oltre).
Durante l'escursione saranno fornite anche alcune informazioni storico-architettoniche della storia e dei manufatti che incontreremo lungo la Regina Viarum.

Appuntamento: all'incrocio tra via di Tor Carbone/via Erode Attico e via Appia Antica alle ore 10.00
Quota di partecipazione: 5 euro
L'iscrizione può essere fatta via email all'indirizzo info@walkingcenter.it


Per ulteriori informazioni sul Parco dell'Appia Antica è possibile consultare il sito: http://www.parcoappiaantica.org.

giovedì 30 ottobre 2008

Deficit ecologico




Living Planet Report

Il Wwf ha presentato ieri in conteporanea in tutto il mondo il Report 2008 (Living Planet Report) sullo stato di salute dei sistemi naturali con il quale lancia l'allarme sullo stato di salute dei sistemi naturali globali e gli effetti causati su di essi dall'intervento umano, dimostrando come stiamo ormai vivendo al di sopra delle nostre possibilità.
Il Wwf pubblica il Living Planet Report dal 1998. I primi tre report sono stati annuali e, dal 2000, il rapporto è diventato biennale.

La società del benessere basata sul consumismo sfrenato in cui viviamo ha un tenore di vita insostenibile per la terra e il rischio è che dopo aver ipotecato il Pianeta, quando scoppierà la "bolla" dei consumi, non ci sarà nessuno che verrà a ripianare i debiti o a nazionalizzare le perdite, perché a quel punto occorrerebbe un'altra Terra.
Se la nostra domanda e i nostri consumi delle risorse naturali continueranno a crescere alla stessa velocità di questi ultimi anni, entro metà del decennio 2030-2040 avremo bisogno dell'equivalente di due Pianeti per mantenere i nostri stili di vita.
Negli ultimi 35 anni abbiamo, ad esempio, perduto quasi un terzo del capitale della vita selvatica sulla Terra.

L'edizione del Living Planet Report 2008 è ancora più accurata e dettagliata di quanto fatto negli anni precedenti, perfezionando e ampliando le modalità e indici di ricerca.
Nei primi due anni, il 1998 ed il 1999, il rapporto presentava i dati dell’elaborazione di un indice, definito Living Planet Index (indice del pianeta vivente), che dà conto dell’andamento della ricchezza della vita sulla Terra, la biodiversità, attraverso l’analisi dei trend delle popolazioni di alcune specie di animali caratteristiche di grandi biomi del pianeta, come gli ecosistemi forestali, gli ecosistemi delle acque interne e quelli marini.
Dal 2000 il rapporto ha affiancato all’indice del pianeta vivente l’indice dell’Impronta ecologica che misura la domanda dell’umanità sulla biosfera in termini di superficie di terra e mare produttiva dal punto di vista biologico, necessaria alla produzione delle risorse che le persone utilizzano e all'assorbimento dei materiali di scarto generati.
Con il rapporto 2008 ai due indicatori già ampiamente utilizzati si è aggiunto un altro indicatore, quello dell’Impronta idrica, attraverso la quale si misura il volume totale di risorse idriche utilizzate da ciascun paese del mondo per produrre i beni e i servizi consumati dagli abitanti di quella nazione. Comprende il prelievo da fiumi, laghi e falde acquifere (acque superficiali e sotterranee) di acqua impiegata nei settori agricolo, industriale e abitativo, e l’acqua delle precipitazioni piovose utilizzata per l’agricoltura.

Il rapporto fornisce anche un'analisi dettagliata dell'andamento paese per paese.
Gli Stati Uniti hanno l'impronta ecologica nazionale maggiore: ogni americano vive infatti con le risorse di 4,5 pianeti. L'Italia si piazza al 24esimo posto, conducendo uno stile di vita che richiederebbe a ogni cittadino di avere a disposizione 3,5 ettari in più di quelli esistenti in realtà. Un pessimo dato, ma molto più negativa è la nostra "Impronta idrica". L'Italia in termini di consumo procapite (2.332 metri cubi annui) è infatti in quarta posizione nella classifica mondiale. A pesare sono sia un uso dissennato delle risorse interne, sia un ricorso a importazioni ad altissima intensità idrica, come ad esempio la carne di manzo che richiede per ogni chilo l'utilizzo di ben 15mila litri d'acqua.

Ma all'orizzonte non ci sono solo nuvole.
La buona notizia è che si può ancora intervenire e non è ancora troppo tardi per evitare un'irreversibile recessione ecologica.
Il rapporto identifica le aree chiave necessarie per cambiare i nostri stili di vita e indirizzare le nostre economie verso percorsi sostenibili. La strategia suggerita dal Wwf per innescare la retromarcia è quella dei cunei, ovvero una sequenza di azioni mirate (dall'agricoltura alla pesca, dalle politiche forestali a quelle energetiche), ognuna in grado di contribuire a ridurre di una fetta (o meglio di un cuneo) il deficit che stiamo contraendo nei confronti della Terra.
Il primo passo per andare in questa direzione è però quello di considerare la biosfera, quindi terreni fertili, foreste, mare e acque interne, una risorsa che non si può ricapitalizzare con un semplice tratto di penna su un assegno.
Esattamente il contrario dell'approccio dell'attuale governo italiano al problema del riscaldamento globale e la polemica con l'Unione Europea sull'urgenza dell'introduzione delle politiche di contrasto contenute nella direttiva UE 20-20-20...

Scarica il Living Planet Report 2008 completo, in italiano (pdf, 5 Mb) >>


mercoledì 29 ottobre 2008

3000 visite!!!!


visite... grazie!!!!

Grazie, grazie, grazie....
Stamattina il blog ha superato le







visite

e io voglio ringraziarvi di cuore per l'assiduità con cui venite a "visitarmi"!!!!

Spero di andare avanti con voi così amici blog-nauti e di continuare a pubblicare notizie e curiosità di vostro interesse.
Alfabex

martedì 28 ottobre 2008

Sport e solidarietà




Una stella per Marta

Ieri sera - lunedì 27 ottobre - ho partecipato (come spettatrice) ad un bellissimo evento sportivo di cui vorrei darvi notizia.

La storia della scherma femminile italiana si è infatti data appuntamento in pedana per la manifestazione "Una stella per Marta".
L'appuntamento annuale (arrivato all'undicesima edizione) è nato dall'incontro di due idee: quella dei genitori di Marta e dell'Associazione Marta Russo (che ricorda la figura della giovane studentesse e schermitrice scomparsa prematuramente nel 1997 e opera a favore del trapianto di organi) e quella della Isokinetic Roma, il centro di riabilitazione sportiva diretto da Diana Bianchedi (oggi medico dello Sport, due volte campionessa Olimpica, cinque volte campionessa Mondiale di fioretto femminile, e compagna di allenamenti proprio di Marta).

Ieri, con inizio alle 18.30, presso la bellissima Villa Miani a Roma, ho assistito ad un'edizione straordinaria... una sfida tra la squadra olimpica di Barcellona '92 e quella di Pechino 2008: da una parte Giovanna Trillini, Diana Bianchedi e Francesca Bortolozzi e dall'altra Valentina Vezzali, Margherita Granbassi ed Ilaria Salvatori. In pedana si sono confrontate ben 88 medaglie Olimpiche e Mondiali azzurre di ieri e di oggi ed è stato entusiasmante!!!!

Per la cronaca...
L'assalto - arbitrato da Marco Cannella e commentato da Stefano Pantano - è stato vinto per una sola stoccata dal "Dream Team 1992" dopo l'ultima infinita sfida tra Giovanna Trillini e Valentina Vezzali, che hanno dovuto far ricorso al minuto supplementare ed alla stoccata secca, per stabilire quale squadra avrebbe vinto.


sabato 25 ottobre 2008

Venezia: sestiere di S. Polo




Gita a Venezia

Cari amici blog-nauti, ho appena passato un bellissimo week end a Venezia (per festeggiare il mio compleanno) e dopo tanto girovagare tra calli, campielli, ponti e canali mi è venuta voglia di raccontare un po’ quello che ho visto, soffermandomi su un “itinerario” solitamente poco frequentato dai torpedoni di turisti.
Ed ecco a voi…….. [rullo di tamburi, please] ……

Sestiere di S. Polo
Questo sestiere costituisce, con i suoi 34 ettari, il quartiere più piccolo di Venezia, ma è anche uno dei più antichi: sembra infatti che già nel IX secolo ci fosse da questo lato della laguna una piccola città chiamata Rivoaltus.

Attraversate di buon mattino il meraviglioso Ponte di Rialto lasciandovi alle spalle il sestiere di S. Marco: potete percorrerlo all’esterno, se volete ammirare il panorama, o all’interno, se volete dare un’occhiata ai negozi. Il Ponte fu la prima costruzione (rimanendo tale fino al XIX secolo) ad attraversare il Canal Grande collegandone le rive e fu inizialmente un ponte di barche (1172), poi di legno (1200) e infine di pietra (1558, opera dell’arch. Da Ponte vincitore di un concorso pubblico).

Dall’altra parte si estende davanti a voi la Ruga Rialto, con tutte le sue bancarelle multicolori. Subito giù dal ponte troverete alla vostra destra, anche se nascosto dai banchi della frutta, Campo San Giacometto dove si erge quella che per tradizione viene definita la più antica chiesa di Venezia. Addentratevi da lì verso l’Erbaria (chiamata così perché è il mercato delle erbe), il Mercato e la Pescaria (mercato del pesce), dove i banchi di frutta e verdura sono una tavolozza di colori e sono affascinanti per il loro ordine e la loro pulizia. Dalle 8 alle 9 c’è la vendita all’ingrosso; dalle 9 alle 11 si tiene quella al dettaglio. I prezzi, a detta dei veneziani, sono sensibilmente più bassi che altrove.
Sull’ansa del Canal Grande potete anche vedere un lungo edificio cinquecentesco, le Fabbriche Nuove, che un tempo era la sede delle magistrature del commercio e oggi ospita la Corte d’Assise.

Poi tornate indietro per la Calle degli Speziali e prendete la Ruga Vecchia, caratteristica per i diversi negozi artigiani di maschere e costumi per il carnevale.
Dopo essere passati per Campo S. Aponal e Campiello dei Meloni arriverete ben presto in Campo San Polo, uno dei più grandi della città, tuttora - come un tempo - sede di importanti manifestazioni e spettacoli, su cui si affacciano dei bei palazzi gotici (palazzi Soranzo, palazzo Corner-Mocenigo, palazzo Bernardo) e la Chiesa omonima, al cui interno troverete importanti opere di Veronese, Tintoretto e Palma il Giovane.
L’aspetto del campo era in passato un po’ diverso da quello attuale, perché da un lato scorreva il canale S. Antonio che fu interrato tra il 1750 e il 1761.

Proseguite, quindi, la vostra passeggiata per la calle dei Nomboli e poco dopo sbucherete in Campo San Tomà. Da lì raggiungerete facilmente Campo dei Frari dove si erge la bella Chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari iniziata nel 1340, ma completata più di cento anni dopo; la chiesa conserva memorie e fasti di più di 500 anni di storia veneziana, basta solo pensare che al suo interno si trovano le spoglie di Antonio Canova. La visita dell’interno (sempre che non troviate il portone sbarrato per un matrimonio come è capitato a me…) vi permetterà di ammirare un coro ligneo del 1300 , la spettacolare Assunta e la Madonna di Ca’ Pesaro di Tiziano.
Alla destra della Chiesa si estende l’ex convento dei Fra­ri, con due splendidi chiostri e oggi sede dell’Archivio di Stato dove sono conservati molti documenti dell’ex Repubblica di Venezia.

Proprio dietro la Chiesa dei Frari si apre Campo San Rocco dove affacciano la Scuola omonima, una del­le più famose e meglio conservate di Venezia, e la Chiesa della confraternita, intitolata al protettore degli appestati. Al suo interno si possono ammirare ben 56 tele - eseguite dal 1564 al 1577 - del Tintoretto e dedicate ai maggiori eventi delle sacre Scritture.
I Veneziani erano soliti raccogliersi in confraternite chiamate Scuole, parola che deriva dal greco schola che significa “unione di persone”. Si dividevano in Scuole di devozione (sei sono dette Grandi e le altre mi­nori) e Scuole di arti e mestieri. Le Scuole Grandi, cosi chiamate per le loro ricchezze e privilegi, erano: San Rocco, Santa Maria della Carità, San Giovanni Evangelista, San Mar­co, Santa Maria della Misericordia, San Teodoro e Scuola dei Carmini. Molto più numerose erano le Scuole di arti e mestieri che nacquero dall’esigenza da parte di persone che praticava­no lo stesso mestiere di tutelare la propria attività economica.
Le scuola avevano anche fini di equilibrio politico: il popolo infatti sopperiva, con le cariche interne alla Scuola, alla sua esclusione dal potere politico.

Una volta passati per Campo San Pantalon ed esservi riposati in Campo Santa MargheritaMdate un’occhiata alla Scuola dei Carmini, nell’estremità meridionale del Campo, che insieme a quella di San Rocco, è una delle poche Scuole ancora visitabili e dove potrete ammirare la famosa Madonna del Carmelo del Tiepolo.

Le foto che vedete le ho fatte io, con la mia nuova e mitica (!!!!) Nikon D200.

venerdì 24 ottobre 2008

Nordic Walking nella storia


Nordic Walking tra gli Acquedotti

Domenica 26 ottobre è in programma una nuova e bellissima passeggiata di nordic walking lungo la pista ciclabile e pedonale del Parco degli Acquedotti a Roma, tra le antiche rovine dell'acquedotto romano.... Un vero e proprio trekking nella storia!
L'uscita prevede di camminare percorrendo una sorta di anello lungo poco più di 5 km intorno all’Acquedotto Appio Claudio e verrà intervallata da una fase di esercizi di tonificazione muscolare abbinati a movimenti dedicati al miglioramento dello sviluppo coordinativo.

Durata: 2h00 circa
Appuntamento: domenica 26 ottobre ore 10.00 di fronte all'ingresso del Parco situato in Via Lemonia all'incrocio con via Appio Claudio

Quota di partecipazione: 5,00 euro
Per iscriversi è sufficiente mandare una mail a info@walkingcenter.it

Leggi il post con la descrizione del parco e dell'escursione di Nordic Walking che abbiamo fatto all'inizio dell'anno.

Ora solare

ATTENZIONE alle lancette dell'orologio!

Ricordate che nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre - alle 3 del mattino - torna l'ora solare e si dovranno spostare le lancette dell'orologio un'ora indietro.

L'ora solare resterà in vigore per 6 mesi, fino al 29 marzo dell'anno prossimo, quando verrà ripristinata l'ora legale.
Quindi…. guadagneremo un'ora di sonno (spostando le lancette indietro di un'ora) ma avremo giornate in cui diventerà scuro molto prima e le giornate ci sembreranno più corte ....

Insomma, per me il ripristino dell'orario "solare" rappresenta una sorta di introduzione all'inverno.
E così, ragazzi, prepariamoci... alle escursioni nei boschi colorati dai toni bruni dell'autunno, alle mangiate con gli amici di castagne e vino intorno al camino, alle ciaspolate in giro per le cime dei nostri monti, ai maglioni, dolcevite e felpe in pile. Le stagioni si alternano come è giusto che sia e a noi non resta che sfruttarle al meglio tutte, secondo le loro migliori caratteristiche!

Con il ritorno dell'ora solare finisce il periodo di ora legale che, recuperando un'ora di luce in più a fine giornata, ha portato importanti benefici anche per quanto riguarda i consumi energetici.
Sul fronte elettrico Terna, la società cui fa capo la rete nazionale di trasmissione, parla infatti di risparmi per 99 milioni di euro. Durante i sette mesi di ora legale, grazie proprio a quell'ora di luce in più al giorno che ha permesso di ritardare l'uso della luce artificiale, sono stati risparmiati in totale 646,2 milioni di kilowattora, un valore pari alla metà dei consumi domestici annui di Bologna e della sua intera provincia. Inoltre, sottolinea Terna, quest'anno si è registrato un incremento nel risparmio di +0,15% sul 2007 con 1 milione di kilowattora in più rispetto allo scorso anno (645,2 milioni di kWh nel 2007).

giovedì 23 ottobre 2008

Tibet al cinema



Ciak sul cinema tibetano

È entrata nel vivo, a Napoli, la manifestazione “Ciak sul cinema tibetano” che prevede la proiezione, fino a domenica 26, di dieci film del e sul Tibet (presso il multi-cinema Modernissimo).

L’iniziativa è promossa da ASIA Onlus, un’organizzazione 'non governativa' giunta al ventesimo anno di attività, che ha come scopo quello di promuovere lo sviluppo nei paesi asiatici, in particolare quelli Himalayani. Il progetto (che ha visto svolgersi il 21 e 22 anche due giornate di incontri e convegni sul tema del Tibet e dei diritti umani) è co-finanziato dal Ministero degli Affari Esteri Italiano e si svolge in collaborazione con il Centro di Studi sul Buddhismo dell’Università degli Studi di Napoli L’Orientale.
L’evento costituisce la seconda fase del progetto “L’impegno delle ONG italiane in Tibet per la salvaguardia delle tradizioni e della cultura del popolo tibetano”, una finestra sul cinema tibetano che nasce con il preciso scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle realtà più vulnerabili che, come quella tibetana, si trovano ad affrontare complesse sfide di cambiamento.

Le proiezioni - gratuite ed aperte al pubblico - riguardano dieci tra film e documentari girati da sette registi emergenti tra il 2000 e il 2008 che raccontano un Tibet al di là della mistificazione hollywoodiana... un Tibet molto più drammatico, una società che cerca di continuare la propria cultura nonostante il poco spazio offertole dalla Repubblica Popolare Cinese.
I registi invitati sono: Tsering Rhitar Sherpa (Nepal), Kelsang Tsering Khangsar (India) e Kelsang Rinchen (India).
Per scaricare la brochure, clicca qui.

Manifestazione analoga si terrà a Roma dove ASIA Onlus organizza, in collaborazione con il Nuovo Cinema Aquila, tre giorni di incontri e proiezioni: sabato 25, domenica 26 e lunedì 27 ottobre.
Ogni giornata sarà dedicata a una tematica specifica e le proiezioni saranno accompagnate da momenti di incontro con i registi e con esperti di cinema tibetano e di cultura tibetana.
Anche in questo caso è possibile scaricare la brochure dell'evento cliccando qui.

Per altre informazioni www.asia-onlus.org oppure www.stellafilm.com

giovedì 16 ottobre 2008

Ecosistema Urbano



Dossier sull'ecosistema urbano

Legambiente ha pubblicato nei giorni scorsi il nuovo rapporto annuale sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani: dossier Ecosistema Urbano.

Ecosistema Urbano - basato sulle ricerche di Ambiente Italia - rappresenta e valuta i carichi ambientali, la qualità delle risorse e la capacità di gestione e tutela ambientale dei 103 comuni capoluogo italiani.
Gli indicatori utilizzati sono serviti a "pesare" la sostenibilità ambientale della città e, in particolare, il carico che le attività economiche e gli stili di vita generano sulle risorse ambientali e la qualità delle risposte messe in atto.
Nel corso degli ultimi anni l'insieme delle città italiane ha mostrato un leggero miglioramento sulla gran parte dei parametri relativi alla qualità ambientale ed alla gestione, mentre sono incrementati i carichi ambientali, in particolare consumi energetici, carburanti e rifiuti.

È utile ricordare, però, che la complessiva "qualità ambientale" di una città include una molteplicità di fattori non sempre misurabili. Si pensi, ad esempio, a tutta una serie di aspetti - come la struttura urbanistica, l'integrazione tra spazi verdi ed edificato, la qualità e l'aspetto degli edifici, il clima - che sono difficilmente riconducibili ad un indicatore numerico.

L'obiettivo sostanziale che si pone Legambiente con l'annuale dossier Ecosistema Urbano è quello di misurare in qualche modo la "febbre" ambientale delle città e l'efficacia delle prescrizioni messe in atto, rappresentando una sorta di "termometro" della sostenibilità.
È possibile scaricare il dossier Ecosistema Urbano da questo post o andando direttamente al sito di Legambiente http://www.legambiente.eu/

domenica 12 ottobre 2008

Test di soglia



Misurare la soglia aerobica

Questo test è utile per la valutazione della potenza aerobica di un atleta, ovvero della sua soglia anaerobica.
È un test che si effettua solitamente in laboratorio correndo su tapis roulant, durante il quale vengono effettuate una serie di misurazioni della concentrazione di acido lattico nel sangue (attraverso successivi prelievi di una goccia dal lobo dell'orecchio), al fine di individuare la soglia anaerobica in corrispondenza della velocità alla quale l'acido lattico raggiunge il valore di 4 millimoli per litro.
Il test consiste in un esercizio d’intensità crescente che conduce chi lo effettua fino al massimo delle proprie capacità atletiche. Il test, preceduto da una fase di riscaldamento, deve avere una durata non inferiore a 13-15 minuti, inizia da un’intensità pari a circa il 50-60% del massimale e procede con incrementi prefissati fino all’esaurimento delle capacità di incremento dell’atleta.

Gli incrementi di intensità
Gli incrementi di intensità devono essere tali da determinare un aumento della frequenza cardiaca non superiore a 6/8 battiti per ogni step e possono essere programmati in km/h o in watt (in un range che dipenda dal livello dell’atleta).
Durante l’esecuzione del test, vengono rilevati i valori di velocità e/o watt e di frequenza cardiaca (in bpm). L’elaborazione su un diagramma dei suddetti valori, assieme all’osservazione di altri parametri funzionali, permette al tecnico che ha condotto il test di individuare il momento in cui i muscoli, compreso il muscolo cardiaco, a causa dell’incremento della concentrazione dell’acido lattico nell’organismo, riducono gradualmente la loro capacità di incrementare l’intensità del lavoro e di protrarla nel tempo. Questo momento critico viene definito “soglia anaerobica” e viene rappresentato da un valore di frequenza cardiaca (in bpm) cui corrisponde un valore di km/h e di watt.

Un limite fisiologico
La soglia anaerobica è quindi un limite fisiologico a cui corrisponde un’intensità di esercizio al di sopra della quale l’atleta, a causa dell’alta concentrazione di acido lattico, perde progressivamente la capacità di mantenere e di incrementare la velocità. Dopo avere determinato il valore di frequenza cardiaca di soglia, è possibile individuare gli intervalli personali di frequenza cardiaca allenante.
Il test di soglia anaerobica assume, così, un duplice significato:
1) individuare i valori personali di frequenza cardiaca allenante (utili per alcuni metodi di allenamento)
2) verificare, tramite il valore di velocità e di watt alla soglia, gli incrementi o i decrementi della propria condizione atletica.

La soglia anaerobica è compresa in una percentuale dall' 88 al 92% della massima frequenza cardiaca, che si calcola togliendo l' età a 220.
La velocità della soglia anaerobica è quella alla quale si può correre senza che nel sangue aumenti la concentrazione di acido lattico. Al contrario, rimane costante anche per alcune decine di minuti.

IL TEST È UN TEST MASSIMALE E DEVE SEMPRE ESSERE SVOLTO ALLA PRESENZA DI UN MEDICO IN UN LABORATORIO SPECIALIZZATO.

Il mio test
Ho effettuato sul tapis-roulant una camminata sostenuta di circa 30’ con una velocità costante a 6.5 km/h ed una pendenza crescente del 2% ogni 3 minuti. Questo perché l’attività che faccio solitamente non prevede la corsa, bensì resistenza alla camminata su pendenze di un certo rilievo.
Ho, quindi, iniziato il mio test con la fase di riscaldamento a 6,5 km/h e una pendenza dello 0%, dopo i quali la dottoressa ha prelevato il primo campione di sangue (facendomi un buchino al lobo dell’orecchio sinistro) per analizzare il lattato, cioè la quantità di acido lattico che avevo prodotto in quei 5 minuti: al 1° step il risultato diceva che per 125 bpm ero appena sopra 1 millimoli per litro di sangue.
Mentre la gocciolina veniva elaborata io continuavo a camminare, altri 3 minuti, sempre a 6.5 km/h ma con una pendenza del 2%... 2° step: 135 bpm, 1,5 millimoli.
La strada era ancora lunga per raggiungere il massimale dei 4 millimoli per litro che il corpo non tollera più e il mio test è quindi proseguito con i seguenti passaggi:
3° step: 148 bpm, 2 mmol/L, pendenza 4%
4° step: 155 bpm, 2,4 mmol/L, pendenza 6%
5° step: 164 bpm, 2,8 mmol/L, pendenza 8%
6° step: 170 bpm, 3,5 mmol/L, pendenza 10%
7° step: 176 bpm, 4,8 mmol/L, pendenza 12%


Non male…. La dottoressa mi ha riscontrato in un buono stato di forma e i valori finali sono:
soglia aerobica: 148 bpm (raggiunta alla pendenza del 4,2%, dopo più di 11 minuti)
soglia anaerobica: 171 bpm (raggiunta alla pendenza del 10,7%, dopo più di 20 minuti).
Il suggerimento è stato dunque quello di allenarmi sempre con una frequenza cardiaca compresa tra 145 e 152 bpm, raggiungendo solo per intervalli brevi (3/5 minuti) la frequenza massima compresa tra 160 e 170 bpm.

venerdì 10 ottobre 2008

Incontri di Nordic e Yoga


Nordic Walking e yoga

Ricominciano gli incontri mensili di Nordic Walking e Yoga che l'anno scorso hanno avuto molto successo.

Il nordic walking e lo yoga rappresentano un'eccellente combinazione per risvegliare la nostra assopita vitalità e per formare nello stesso modo corpo e spirito.
Grazie a diversificati esercizi di yoga si rafforza la capacità di attenzione e l’ auto-percezione del proprio corpo. Una respirazione cosciente, acquisita durante la pratica dello yoga, rafforza la respirazione anche durante una uscita di nordic walking.

Il Nordic Walking Roma ha organizzato una nuova uscita per domenica 12 ottobre (appuntamento ore 10,00, durata 2h 30 circa, €uro 15,00) con il seguente programma:
1-consapevolezza e rilassamento delle tensioni muscolari, respirazione,asana (posizioni) in distensione
2-tecnica ALFA (7 steps) in relazione alla presa di coscienza dei movimenti, passeggiata
3-respirazione in movimento
4-meditazione dinamica
5-rilassamento

Incontri analoghi si terranno mensilmente per tutto il periodo autunnale ed invernale, sino a primavera inoltrata.

Per iscriversi info@nordicwalkingroma.it, oppure per maggiori informazioni il sito http://www.nordicwalkingroma.it/nordic-walking-yoga.htm

Settimanalmente è anche possibile partecipare a lezioni mattutine dalle 9.00 alle 10.00 a Villa Pamphili tutti i lunedì e giovedì. Per informazioni o adesioni si può contattare direttamente l'istruttrice Serena al 333.2210484 (1° Lezione di prova gratuita).

giovedì 9 ottobre 2008

Una pedalata per il Vajont




In bici per ricordare il Vajont

Leggo sul sito de La Repubblica (http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/cronaca/anniversario-vajont/1.html) e con piacere riporto la notizia di una bella manifestazione che si è tenuta nei giorni scorsi... un'occasione per non dimenticare le tragedie della nostra storia, per non chiudere gli occhi di fronte all'attuale sfruttamento ambientale delle nostre risorse e del nostro territorio, per continuare a sperare che cambiare mentalità e modi di vita sia ancora possibile.

Nel 45° anniversario del Vajont un gruppo di ciclisti bresciani impegnati sui temi della pace e dell'ambiente ha pedalato fino a Longarone per rendere omaggio alle 2000 vittime della tragedia del 9 ottobre 1963 e per testimoniare contro il dissennato sfruttamento del territorio che ora come allora è all'origine di simili tragedie.
Partiti , simbolicamente, dalla Piazza Loggia di Brescia i trenta ciclisti hanno fatto tappa a Rosà di San Pietro, Vicenza, per incontrare il presidio di protesta contro il locale inquinamento da cromo esavalente.
A Bassano del Grappa hanno incontrato l'associazione Ponti di Pace e a Belluno hanno ricevuto dalle istituzioni i complimenti per l'iniziativa.
Infine dopo 300 km hanno raggiunto i luoghi delle commemorazioni (che quest'anno ha visto la partecipazione di molti soccorritori di quei giorni). A Fortogna nel cimitero monumentale delle vittime. Poi a Erto, nell'area della diga, dove hanno condiviso una veglia notturna con i superstiti della strage .
Ma il momento più toccante è stato quello con i 450 (tanti quanti i bambini vittime di quel 9 ottobre) palloncini liberati dai bambini nel cielo sopra la diga.
La ciclomanifestazione è stata organizzata da FIAB-Brescia e PaxChristi con la collaborazione della FIAB di Belluno.

martedì 7 ottobre 2008

Caccia ai tesori di Roma

Una caccia al tesoro per le vie di Roma

The Ruyi è una caccia al tesoro interattiva nata inizialmente a Venezia ed organizzata per i turisti. Poi, con il nome di Whaiwhai, si è diffusa fino ad arrivare alla fine del mese scorso a Roma.

Whaiwhai è un'antica parola maori che significa cercare.

Il gioco interattivo è stato riproposto nella capitale sabato 27 settembre e i giocatori si sono messi sulle tracce del “potente scettro” dopo la presentazione ufficiale del quaderno “The Ruyi Roma" all’interno della prima edizione del Festival di Letteratura di Viaggio.
Dentro un mix flessibile tra gioco e cultura, il giocatore - sia giovane, in gruppo, sofisticato o in famiglia - coglie l’aspetto più emozionante del luogo che ha scelto di visitare. Così il turista diventa giocatore e il suo viaggio assomiglia ad un’avventura emozionante.

Come si gioca
Whaiwhai è una storia interattiva che riguarda diverse città.
Per giocare ci si deve preparare alla ricerca di indizi e alla scoperta di luoghi nascosti: Whaiwhai è una caccia al tesoro. Giocando si possono scoprire gli aspetti più originali ed emozionanti della città che si sta visitando.
Conoscere storie antiche che mettono sulle tracce di misteri e leggende: ci sono enigmi da risolvere e indizi da seguire fino al raggiungimento dell'obiettivo. Ogni città ha un tesoro diverso e scoprirlo sarà un'esperienza emozionante. Whaiwhai unisce storia e fantasia, e chi partecipa potrà stare dentro la sceneggiatura di un racconto che si svolge nella città..
Si gioca a Whaiwhai nelle città o in altri luoghi di interesse: l'esperienza si divesifica per adattarsi alle specificità del posto in cui viene vissuta. Oggi l'esperienza può essere compiuta in alcune città, presto anche nei quartieri, nelle aree storiche, nei musei.
Giocare è semplice
Da soli oppure in gruppo, ad un livello semplice, oppure ad uno più avanzato, da una fino a nove ore. Al momento dell'avvio della partita si può decidere se giocare da solo - e mettersi alla prova nella soluzione degli enigmi - oppure vivere una gara divertente con gli amici: ogni partecipante si muoverà su percorsi diversi ma alla fine tutti convergeranno nella stessa ultima tappa.
Si può anche scegliere se giocare al livello semplice - gli enigmi non saranno complicati ma richiederanno spirito di osservazione - oppure a livello avanzato; gli enigmi potranno essere in questo caso un po' più articolati, per risolverli si dovrà fare riferimento a sulle proprie conoscenze: nulla di bloccante però e, se si sbaglia, si può ritentare più volte.

Cosa serve
Si può giocare con un quaderno di gioco e con qualunque telefono cellulare oppure con una versione totalmente digitale oggi disponibile per l'iPhone e a breve per altri smartphone.
Il quaderno di gioco è uno strumento essenziale per compiere l'esperienza whaiwhai.
E' un quaderno speciale perchè indecifrabile; contiene le storie che condurranno nei luoghi della ricerca, lungo percorsi affascinanti.
Le storie sono però poste in disordine, per poterle leggere si dovranno ottenere i codici che verranno inviati via sms: sarà così possibile ricomporre le pagine, leggere ciò che vi è scritto e conoscere i particolari del luogo nel quale la scoperta continuerà.
Per procedere nella si devono risolvere degli enigmi inviando la soluzione via sms al numero che si trova indicato nel quaderno (il costo degli sms è quello previsto dall’operatore).
Il quaderno contiene molte storie, molte più di quelle che si possono leggere giocando una sola volta. In questo modo, ogni volta si starà nella città dove si è giocato a whaiwhai si potrà vivere di nuovo l'esperienza: il quaderno può essere utilizzato fino a tre volte e in ciascuna partita si possono fare percorsi diversi; il sistema infatti ricorda i percorsi di chi si mette sulle tracce dei suoi segreti e consente di leggere storie sempre nuove e visitare luoghi ogni volta diversi.
In fondo al quaderno si trova una chiave numerica da trascrivere nel sms di avvio della partita: questo codice è necessario per tenere traccia delle partite che vengono giovate con lo stesso quaderno.

L’obiettivo del gioco
A Roma il tesoro è il Ruyi, il potente scettro che Marco Polo rubò all'imperatore cinese Qubilay Khan prima di rientrare nella sua città natale.
Oggi lo scettro, insieme alla tomba del leggendario viaggiatore, sono scomparsi: ma nelle città di Venezia e Roma restano tracce indelebili del passaggio del misterioso oggetto. Probabilmente ,sotto nuove spoglie, il potere dello scettro è ancora attivo e consegna a chi si mette alla ricerca una missione importante.
A Venezia tutto è cominciato con il rinvenimento di documenti segreti e misteriosi; a Roma la storia dello scettro magico si fa complicata perchè si intreccia con vicende ancora più antiche e Carlo Dolfin, il professore che ha scovato i primi documenti, ha scoperto una nuova forma per il Ruyi.
Leggiamo insieme l’inizio di questa avvincente avventura.

Prologo
Carissimi Amici,
quanto segue è il contenuto di una lettera rinvenuta casualmente alla Biblioteca Nazionale di Firenze, nel giugno del 2004, da uno studente in tesi di laurea che stava visionando alcuni libri antichi presumibilmente appartenuti ai Medici. Considerando la possibile importanza del documento – sebbene non gli fosse possibile comprenderne completamente il contenuto – il ragazzo ha subito consegnato la lettera al direttore del Dipartimento che all’interno della Biblioteca si occupa della catalogazione e del restauro dei testi antichi.
Io sono entrato in possesso di una copia del documento pochi giorni fa, grazie a un caro amico dell’Università di Firenze, che ben conosce l’avventura in cui mio malgrado sono andato a cacciarmi. Il mio amico è a conoscenza cioè di come, dopo essermi ritirato dall’insegnamento all’Università di Venezia, io abbia trovato, negli antichi documenti della mia famiglia di stirpe nobile, un diario cifrato che parlava del Ruyi, il magico scettro imperiale cinese che concede ogni potere a chi lo possiede, sottratto a Qubilai Khan da Marco Polo, che a lungo è rimasto occultato nella tomba del veneziano, ma che è poi scomparso misteriosamente. Sebbene priva di firma, la lettera è stata dichiarata autentica dopo una comparazione con altri scritti del celebre artista Benvenuto Cellini, che l’avrebbe stesa di suo pugno. Da essa emerge chiaramente come il Ruyi abbia cambiato luogo.
Oggi infatti solo chi conosce lo scettro e la sua storia è in grado di comprendere fino in fondo il significato della lettera di Cellini. Ciò che vi si legge ha dell’incredibile, e ci svela uno scenario inaspettato: lo scettro è arrivato a Roma, ma non è più riconoscibile! Non solo. Da alcuni documenti dei quali sono entrato frettolosamente in possesso ho scoperto che anche l’Impero romano basava la sua potenza su un oggetto magico, e che la forza dei Cesari venne meno quando se ne persero le tracce. Ho perfino il sospetto che il Ruyi cinese sia una derivazione di quello dell’antica Roma… Non c’è tempo da perdere, bisogna riorganizzare tutte le forze in campo per ritrovare l’oggetto magico prima che possa farlo la terribile confraternita degli Invincibili. Coraggio!
Vi abbraccio tutti
Carlo Dolfin

Attraverso il sito web http://whaiwhai.com/ è possibile iscriversi alle varie manifestazioni e acquistare, ad un prezzo speciale, il kit di gioco che comprende il quaderno.
Per vedere i resoconti dell’avventura romana di sabato 27 settembre si può leggere l’ampia rassegna stampa su http://whaiwhai.com/press.php.

lunedì 6 ottobre 2008

Mostre di fotografia a Roma



Fotografie di luoghi e di viaggi

In occasione del festival della letteratura di viaggio (http://www.festivaletteraturadiviaggio.it/) si stanno tenendo a Roma alcune interessanti mostre fotografiche che mi fa piacere pubblicizzare attraverso il mio blog.

A.bc, in Australia sulle tracce di Bruce Chatwin 20 anni dopo Le vie dei canti
Questa mostra (curata da Gianni Galassi) espone alcuni lavori di Antonio Politano attraverso i quali è possibile fare una sorta di viaggio in Australia, lungo l'asse nord-sud da Darwin ad Alice Springs fino a Uluru Ayer's Rock, per festeggiare il ventesimo anniversario della pubblicazione de Le Vie dei Canti (Adelphi, 1988), il più famoso libro di Chatwin, un'indagine - itinerario tra romanzo, diario e saggio.
Un reportage, immagini e testi. Storie, incontri, testimonianze, ritratti, paesaggi. Un attraversamento dei luoghi, un accostamento alla cultura aborigena e bianca, con in mano il libro di Chatwin e due sue biografie. L'outback, le highway, il tropico, le piste nel deserto, le comunità di Utopia e Papunya dove è nata l'arte aborigena. E oltre, verso sud, fino ad Adelaide.
120 immagini a colori di oggi, accompagnate da 30 fotografie d'epoca in bianco e nero tratte dagli album Australia di fine '800 e inizio '900 dell'Archivio fotografico della Società Geografica Italiana.





© Antonio Politano - Stelle all'alba sopta Uluru

Luogo: Palazzo Esposizioni, Spazio Fontana, ingresso da Via Milano
Data: 25 settembre - 26 ottobre 2008

Orari: domenica, martedì, mercoledì e giovedi: dalle 11 alle 21; venerdì e sabato: dalle 11 alle 23.30; lunedì: chiuso


Viaggiatori fotografi nel cuore dell’Asia. Gli scatti di Jules Brocherel, Giotto Dainelli, Fosco Maraini
La mostra - curata da Alberto Manodori Sagredo, storico della fotografia - documenta le spedizioni in Asia Centrale guidate nel 1900 dal principe Scipione Borghese e documentate dalle foto di Jules Brocherel; nel 1930 dal geografo e geologo Giotto Dainelli e riportate da lui stesso; nel 1937 e nel 1948 dall’orientalista Giuseppe Tucci e documentate dagli scatti di Fosco Maraini.
Le immagini esposte costituiscono un importante capitolo della storia delle esplorazioni italiane in quei luoghi del mondo.
Esporre le fotografie di quei viaggi vuole essere il modo di dare una testimonianza importante di una storia che, ricollegandosi idealmente al primo e più noto viaggiatore in Oriente (quel Marco Polo il cui nome è sinonimo ancora oggi di avventura e di scoperta), consente anche di mostrare al pubblico brani di un cospicuo patrimonio custodito negli archivi di importanti istituti culturali. Dall’archivo fotografico della Società Geografica Italiana, per esempio, provengono le 20 immagini di Jules Brocherel e le 20 di Giotto Dainelli, mentre il Gabinetto Vieusseux di Firenze partecipa alla mostra con il prestito delle 20 foto di Fosco Maraini.
Questa mostra presenta una mirata selezione delle immagini dei tre fotografi: montagne dalle nevi eterne, usi e costumi di uomini e popoli lontani restituiscono quel senso del viaggiare verso confini invalicabili come punto di partenza per costruire la consapevolezza dell’unità della famiglia umana.



© Fosco Maraini - Monte senza nome, di circa 6.400 metri a nord del Chomolhari, sul confine tra Tibet e Bhutan (1937)

Luogo: Villa Celimontana, Palazzetto Mattei, Via della Navicella, 12

Data: 25 settembre - 26 ottobre 2008
Orari: dal lunedì al venerdì: dalle 10 alle 17; sabato e domenica: dalle 10 alle 18

Tibet Land of Exile
La mostra del fotografo francese Patricio Estay è stata realizzata in collaborazione con la Provincia di Roma ed ha lo scopo di mettere in evidenza il recente cambiamento del Tibet, che continua a soffrire per le distruzioni e i tormenti subiti negli ultimi decenni. Si tratta di un lavoro iniziato sette anni fa e interamente dedicato al buddhismo tibetano e alla sua guida spirituale, il Dalai Lama, che riesce a far comprendere le condizioni odierne di questo paese. Un viaggio fotografico attraverso volti, cerimonie rituali e momenti di sommessa vita quotidiana, che offre il ritratto di un mondo in cui le difficoltà morali, il fervore spirituale e la profondità d'animo vanno di pari passo con la gentilezza, l'allegria e la generosità di questo popolo. A far da sfondo alla rappresentazione della realtà tibetana il contrasto tra la severità delle cime, del clima e l'austerità dello stile di vita con i momenti intensi e gioiosi di feste come Losar, il capodanno tibetano a Dharamsala (il piccolo Tibet ricreato in India).




© Patricio Estay - Monastero di Namgyal, adiacente il tempio principale di Thekchen Choeling, a Dharamsala

Luogo: Palazzo Valentini (sede della Provincia di Roma), via IV Novembre
Data: 4 ottobre - 2 novembre 2008
Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 19; chiuso il lunedì

venerdì 3 ottobre 2008

Nordic Walking sul litorale laziale


Pineta di Castel Fusano

Il Nordic Walking Center di Roma ha organizzato una nuova passeggiata per domenica 5 ottobre nella splendida Pineta di Castel Fusano.
Il programma prevede di attraversare la Pineta per un tratto di circa 6 Km e di completare l'uscita con una sessione di esercizi di tonificazione muscolare.

La Pineta di Castel Fusano (il parco urbano è stato istituito dalla Regione Lazio dal giugno 1980) è situata presso il lido ove secondo la leggenda i fati condussero Enea e si estende per oltre 1.000 ettari, costituendo la più vasta area di verde pubblico del Comune di Roma.
Tale territorio ebbe nei secoli proprietari illustri, quali gli Orsini, i Corona ed i Fabi, per passare ai Sacchetti nel 1620 ed infine ai Chigi. Nel 1932 fu aquisito dal Governatorato di Roma ed aperto al pubblico l'anno successivo.
Presenta zone con vegetazione più o meno fitta, a seconda che domini la macchia sempreverde autoctona (in prevalenza lecci) o il pino domestico (pinus pinea). Quest'ultimo, introdotto dall'uomo alla fine del 1600, ha dato origine ad un paesaggio monumentale che sebbene fondamentalmente artificiale ha un enorme valore storico. Un vasto lembo di macchia litoranea si estende poi parallelamente alle dune, con prevalenza di leccio, corbezzolo, lentisco, fillirea, erica arborea, mirto, alaterno, ginepro fenicio, rosmarino ed osiride.
In un simile ambiente è presente una fauna molto varia, specie per quanto riguarda gli uccelli, anche in virtù della vetusta età dei pini. Picchi, upupa, capinere, occhiotti, volatili tipici della macchia mediterranea, cinghiali, donnole, volpi, faine, ricci, istrici e tassi e non è raro incontrare esemplari di testuggine. Numerosissime sono anche le specie di insetti, a volte assai rare, che trovano rifugio nel legno putrescente di alberi morti o caduti.
Nel luglio del 2000, un disastroso incendio ha interessato proprio i 300 ettari della pineta monumentale secolare, costituita da pini radi di grandi dimensioni e da un folto sottobosco di piante della macchia sempreverde mediterranea. I danni sono stati ingentissimi, più di 280 sono stati gli ettari andati distrutti, e pur provvedendo ad interventi di recupero ci vorranno secoli prima di riuscire a ricostituire il paesaggio originario.

Poi, per chi vuole, sarà possibile trascorrere un po’ di tempo insieme pranzando in una sorta di fraschetta che si trova percorrendo la litoranea che va verso Torvaianica.

Durata: 1h30 - 2h circa
Appuntamento: ore 10.30 ad Ostia presso il piazzale della stazione Roma-Lido, fermata Cristoforo Colombo (per chi viene con i mezzi pubblici è molto comodo; per chi viene in macchina bisogna arrivare alla fine della via Cristoforo Colombo e giunti sul litorale, alla grande rotatoria prendere a sinistra e dopo poche centinaia di metri si trova il parcheggio, di fronte allo stabilimento Venezia).
Quota di partecipazione: 7 euro (escluso il pranzo)
Informazioni e prenotazioni: Nordic Walking by Walking Center Italia, cell. 329.4091867 (Fabio e Agnese) - 06.9165004193 -
info@walkingcenter.it - http://www.walkingcenter.it/