
Living Planet Report
Il Wwf ha presentato ieri in conteporanea in tutto il mondo il Report 2008 (Living Planet Report) sullo stato di salute dei sistemi naturali con il quale lancia l'allarme sullo stato di salute dei sistemi naturali globali e gli effetti causati su di essi dall'intervento umano, dimostrando come stiamo ormai vivendo al di sopra delle nostre possibilità.
Il Wwf pubblica il Living Planet Report dal 1998. I primi tre report sono stati annuali e, dal 2000, il rapporto è diventato biennale.
La società del benessere basata sul consumismo sfrenato in cui viviamo ha un tenore di vita insostenibile per la terra e il rischio è che dopo aver ipotecato il Pianeta, quando scoppierà la "bolla" dei consumi, non ci sarà nessuno che verrà a ripianare i debiti o a nazionalizzare le perdite, perché a quel punto occorrerebbe un'altra Terra.
Se la nostra domanda e i nostri consumi delle risorse naturali continueranno a crescere alla stessa velocità di questi ultimi anni, entro metà del decennio 2030-2040 avremo bisogno dell'equivalente di due Pianeti per mantenere i nostri stili di vita.
Negli ultimi 35 anni abbiamo, ad esempio, perduto quasi un terzo del capitale della vita selvatica sulla Terra.
L'edizione del Living Planet Report 2008 è ancora più accurata e dettagliata di quanto fatto negli anni precedenti, perfezionando e ampliando le modalità e indici di ricerca.


Dal 2000 il rapporto ha affiancato all’indice del pianeta vivente l’indice dell’Impronta ecologica che misura la domanda dell’umanità sulla biosfera in termini di superficie di terra e mare produttiva dal punto di vista biologico, necessaria alla produzione delle risorse che le persone utilizzano e all'assorbimento dei materiali di scarto generati.

Il rapporto fornisce anche un'analisi dettagliata dell'andamento paese per paese.

Ma all'orizzonte non ci sono solo nuvole.
La buona notizia è che si può ancora intervenire e non è ancora troppo tardi per evitare un'irreversibile recessione ecologica.
La buona notizia è che si può ancora intervenire e non è ancora troppo tardi per evitare un'irreversibile recessione ecologica.
Il rapporto identifica le aree chiave necessarie per cambiare i nostri stili di vita e indirizzare le nostre economie verso percorsi sostenibili. La strategia suggerita dal Wwf per innescare la retromarcia è quella dei cunei, ovvero una sequenza di azioni mirate (dall'agricoltura alla pesca, dalle politiche forestali a quelle energetiche), ognuna in grado di contribuire a ridurre di una fetta (o meglio di un cuneo) il deficit che stiamo contraendo nei confronti della Terra.
Il primo passo per andare in questa direzione è però quello di considerare la biosfera, quindi terreni fertili, foreste, mare e acque interne, una risorsa che non si può ricapitalizzare con un semplice tratto di penna su un assegno.
Esattamente il contrario dell'approccio dell'attuale governo italiano al problema del riscaldamento globale e la polemica con l'Unione Europea sull'urgenza dell'introduzione delle politiche di contrasto contenute nella direttiva UE 20-20-20...
Scarica il Living Planet Report 2008 completo, in italiano (pdf, 5 Mb) >>
Nessun commento:
Posta un commento