martedì 27 gennaio 2009

Giorno della memoria



L'importanza di non dimenticare...

Oggi è il 27 gennaio e, come succede ormai da diversi anni (dopo la la legge n. 211 del 20 luglio 2000), si celebra la Giornata della memoria in ricordo dell'Olocausto, prendendo come data di riferimento proprio il giorno (27 gennaio 1945) in cui le truppe alleate liberarono il campo di concentramento tedesco di Auschwitz.
In realtà le truppe sovietiche erano già arrivate precedentemente a liberare dei campi di Chelmno e Belzec, ma questi erano campi detti più comunemente di "annientamento", ovvero vere e proprie fabbriche di morte dove i prigionieri e i deportati venivano immediatamente gasati.

Gli ebrei deportati dall'Italia furono più di 8.000, di cui 5.557 morirono di stenti o nelle camere a gas. Nella Giornata della memoria si ricordano anche quanti lasciarono la vita ad opera del fascismo e del nazismo durante gli anni che precedettero la Seconda Guerra Mondiale e durante il conflitto.
Complessivamente le vittime della Seconda Guerra Guerra Mondiale furono circa 32 milioni, di cui 20 milioni civili (soprattutto vecchi, donne e bambini). A loro bisogna aggiungere le vittime dei campi di sterminio nazisti e giapponesi: 26 milioni, di cui 6 milioni di ebrei. Nei lager nazisti furono soppressi anche detenuti politici, militari catturati durante la campagne di Polonia, Russia, nei Balcani, zingari, testimoni di Geova, omossessuali, appartenenti a etnie slave...

Mi sembra bello, proprio in corrispondenza di un giorno così importante e rappresentativo per la nostra storia, riportare la notizia - ripresa dal blog del mio amico Alessio (http://alexvieri.blogspot.com/2009/01/sentiero-della-memoria.html) - della presentazione del Sentiero della Memoria.
Sabato 31 gennaio 2009, infatti, presso la Villa Poggio Reale di Rufina (Firenze) ci sarà la presentazione ufficiale del sentiero che verrà poi inaugurato in una data altrettanto importante: il prossimo 25 aprile 2009.

«Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario» (Primo Levi)

giovedì 22 gennaio 2009

Un secolo di Corriere dei Piccoli



Il Corriere dei Piccoli compie 100 anni

Una mostra alla Rotonda della Besana di Milano celebra, dal 22 gennaio al 17 maggio, i cento anni dalla nascita del Corrierino.

Ve lo ricordate? Quanto amavo leggere le storie della Pimpa, del signor Bonaventura, di Coccobill e di tutte le altre fantastiche figure del mondo di Jacovitti....
personaggi che hanno accompagnato le letture della mia infanzia e che non ho mai considerato "solo" dei "semplici" fumetti!!!

Nella mostra sono state selezionate circa 300 opere da oltre 44 mila fogli di un archivio che testimonia uno straordinario lavoro. Dalle avventure dell'anteguerra scandite in versi ottonari fino alle raffinate storie degli anni Settanta a sfondo sociale, sfilano tutti i disegnatori che hanno fatto grande questa rivista: Mussino (Bilbolbul), Rubino (Pierino e Quadratino), Tofano (Bonaventura), Bisi (Sor Pampurio); e più tardi Nidasio (Violante, Dottor Oss, Stefi), Altan (La Pimpa), Pratt (L'uomo ombra).
Il viaggio nel «Corriere dei Piccoli» è fatto di bozzetti, tavole, disegni, molti dei quali originali. Alcuni personaggi - come ad esempio Topo Gigio - hanno spazi monografici. Un interruttore permette spesso di retroilluminare le opere per scoprire gli esatti colori indicati dagli autori. Ci sono anche alcune sorprese spettacolari come il tunnel in cui si è coinvolti in una sparatoria di Cocco Bill, o si è inseguiti da altri personaggi. Altrove dominano le grandi marionette realizzate dai fratelli Colla per «La famosa invasione degli Orsi in Sicilia» di Buzzati, uno dei primi esempi di storie a puntate apparse sul Corrierino nel 1945.
In tutto il percorso la storia del Corrierino si confronta con le prime pagine del Corriere, quello degli adulti, a testimoniare che le avventure si ispiravano ai fatti della cronaca e della storia.

Orario
Tutti i giorni 9.30-19.30
Lunedì 14.30-19.30
Giovedì 9.30-22.30
La biglietteria chiude un’ora prima
Biglietti
Biglietto Intero: € 8,00
Biglietto Ridotto: € 6,50
Biglietto Gruppi: € 6,50
Biglietto Scuole (materne, elementari e medie): € 4,50
Biglietto Speciale Adulto + Bambino (sotto i 14 anni): € 10,00
Bambini aggiuntivi: € 4,50
Bambino da 0 a 3 anni: Omaggio


mercoledì 21 gennaio 2009

Scuola Italiana Nordic Walking

Grandi novità nel mondo
del Nordic Walking

Cari amici blog-nauti è da tempo che volevo scrivere questo post e oggi posso finalmente farlo: è infatti di questa mattina la notizia di un "lieto evento" nel mondo del Nordic Walking (e non mi riferisco solo a quello italiano).

È nata la nuova Associazione A.s.d. "SCUOLA ITALIANA NORDIC WALKING"®.

Vi allego il Comunicato Stampa con la comunicazione ufficiale.

Associazioni che praticano e che formano istruttori di Nordic Walking ce ne sono diverse. La filosofia della Scuola Italiana va oltre il semplice camminare con i bastoncini, un Nordic Walking inteso come punto di partenza e non di arrivo. Una Scuola che si integra con tutti gli istruttori italiani ma anche con tutti gli appassionati che vivono il nordic walking principalmente come uno stile di vita sano, per essere una comunità in continuo dialogo e per crescere insieme, in sintonia con questo meraviglioso sport.
La Scuola Italiana Nordic Walking nasce da un’idea di Fabio Moretti e Pino Dellasega, già coach e istruttori nazionali e dai dott. Claudio Vitali, Luigi Gaglio, esperti di Formazione al comportamento Organizzativo e consulenti di Management.
Siamo entrati a far parte dell’Associazione Internazionale Pole About fondata dal finlandese Marko Kantaneva, inventore indiscusso nel 1997 del concetto originale del Nordic Walking (Nordic Pole Walking - Sauvakävely - http://www.poleabout.com/) e ne abbiamo acquisito la licenza con tutti i diritti riservati per l’Italia di diffondere il vero Nordic Walking originale. (Copyright © - Marko Kantaneva ® - PoleAbout ® - All rights reserved 1994-2009 - Scuola Italiana Nordic Walking® ).
Il marchio originale del vero Nordic Walking inventato nel 1997 dallo studente Kantaneva che presentò i primi studi sulla camminata con i bastoncini al Finnish Sports Institute di Vierumaki e la creatività innovativa dei fondatori faranno sì che la Scuola Italiana diventi la vera grande Comunity dei nordicwalkers italiani. Infatti il percorso inizia appunto con il Nordic Walking, ma guarda più lontano, verso il Brain Walking
ed in una serie di attività formative di specializzazione che vanno a professionalizzare ulteriormente gli istruttori.
Essere disponibili al cambiamento è il segreto dell’innovazione. La Formazione è basilare per uscire dagli schemi obsoleti che rallentano la crescita, ma per accettarli bisogna saper rimettersi in gioco per aggredire il futuro con la consapevolezza che abbiamo sempre qualche cosa da imparare dagli altri. Darwin diceva “non è la specie più forte o più intelligente che sopravvive ma quella più reattiva al cambiamento”. Noi siamo orgogliosi di essere entrati in questa ottica e ancor di più di poterla trasmettere a chi vorrà iniziare il cammino con noi.
L’obiettivo è quello di rendere l’istruttore non un numero ma una persona da far crescere e valorizzare. L’apertura a tutti gli istruttori italiani dice chiaramente che crediamo e vogliamo essere noi ad unire il Nordic Walking.
La Scuola Italiana parte con un team di istruttori tra i più apprezzati e qualificati d’Italia.

Con l’uscita nel 2007 del primo libro italiano "Nordic Walking. Camminare con i bastoncini" Valentina Trentini Editore (7000 copie vendute il primo anno), abbiamo portato la camminata con i bastoncini nelle case di molti italiani facendo venire a molti la voglia di iniziare a muoversi con questa nuova e facile tecnica che restituisce tante soddisfazioni a chi la pratica.
Il nostro cammino nato circa un anno fa con Nordicwalkingtime.it è stato ricco di soddisfazioni e di tanti amici, istruttori di tutte le Associazioni che hanno fatto dei bastoncini il vero filo conduttore per ritrovarsi e parlarsi. Da qui è nata la necessità di accrescere le opportunità formative e migliorare l’ assistenza ed il supporto agli istruttori di Nordic Walking, strumenti necessari per l’ulteriore sviluppo di questa disciplina in Italia.
La prima innovazione sarà quella di creare un percorso formativo e di specializzazione per tutti gli istruttori che entreranno nella Scuola Italiana non per imparare il Nordic Walking ma per imparare ad insegnarlo, cosa molto differente.
La qualifica di Istruttore
è solo il punto di inizio (e non di arrivo) di un percorso di formazione che porterà all’ottenimento dei titoli di Maestro di Nordic Walking e di Master Trainer. Questo processo di crescita avverrà tramite una serie di attività di formazione e specializzazioni che porteranno gli istruttori ad acquisire competenze specifiche in diversi settori (alimentazione, allenamento, riabilitazione, orienteering, comunicazione e marketing, etc..). Il Maestro si occuperà della pre-formazione dei futuri istruttori mentre il Master Trainer avrà completa libertà e autonomia nella gestione dei corsi di formazione a conferma che gli istruttori non saranno considerati solamente come un numero ma faranno parte attiva dell’associazione e potranno crescere con essa.
Asso nella manica della Scuola Italiana Nordic Walking
sarà la Formazione Attiva ® con il Brain Walking®, l’elevazione del cammino, (al momento riservato alle aziende) che in futuro potrà sicuramente diventare l’obiettivo vero, riservato ai soli facenti parte della nostra Scuola Italiana. E’ già allo studio il progetto di creare il Brain Walking Institute riservato a Formatori professionisti di Management ma anche ad istruttori di Nordic Walking della Scuola Italiana che con l’acquisizione della qualifica di Brain Walking Coach potranno essere autorizzati ad operare in affiancamento ai Formatori, quali coach tecnico-atletici, proponendo il Brain Walkng.

E allora perché scegliere un’Associazione che propone solo il Nordic Walking quando con la Scuola Italiana gli obiettivi sono molto più stimolanti ?
A breve ci sarà lo START UP SEMINAR - i valori, l’organizzazione, le regole del gioco della Scuola Italiana Nordic Walking
, evento costituente riservato.Verrà invitata a partecipare una ristretta rosa di istruttori di nordic walking distintisi per l’innovatività e la sistematicità della propria azione sui territori di riferimento.
Il nostro obiettivo è quello di creare un collegamento quotidiano tra la Scuola e gli Istruttori, fornendo i contatti e la continua assistenza per dar loro un supporto allo sviluppo e alla promozione delle proprie attività e iniziative. L’istruttore non più visto come un numero e fonte di guadagno ma come protagonista per essere sempre più grandi insieme.

Nordicwalkingtime.it ce lo insegna: con tanta voglia, passione e sacrifici siamo riusciti a raggiungere i 60.000 accessi in un anno di vita. Il portale che è diventato la vetrina del Nordic Walking Italiano sarà il punto di riferimento anche della Scuola Italiana di Nordic Walking e, di conseguenza di tutte le attività dei suoi istruttori, che potranno avere il loro spazio per promuovere le loro iniziative ed inoltre potranno godere di un sito personale creato e messo a disposizione gratuitamente dalla Scuola Italiana per avviare la loro attività e rendersi fin da subito operativi.La Scuola Italiana Nordic Walking darà la possibilità a tutti gli istruttori delle altre Associazioni di entrare a farvi parte con un semplice aggiornamento.
Partner d’eccezione della Scuola Italiana sono Trentino spa, l’Azienda per il Turismo della Valle di Fiemme, La Sportiva, Dfenstec e Bailo, ma sono già avviate collaborazioni con Università, Scuole, Provincie, Professionisti del settore Medico, della Formazione ed altre Associazioni.
Tanta passione, tanti progetti e tante emozioni che però senza di Voi sarebbero poca cosa, e quindi vi invitiamo a far parte della Scuola Italiana Nordic Walking
® con la consapevolezza che da noi vi troverete a casa e dove sorriso, emozioni, amicizia e soprattutto libertà di esercizio e di pensiero sono le parole d’ordine.
Fin dall’inizio grazie a tutti quelli che ci vorranno dare fiducia.

Personalmente sono felice della notizia, come istruttrice di Nordic e come amica di Fabio e Pino che hanno messo tutti se stessi in questa nuova avventura: mi auguro che il "viaggio" insieme parta al più presto, con tanti amici... vecchi e nuovi!!!!

Il sito dell'Associazione dal quale si possono evincere gli obiettivi e le finalità, avere informazioni per chi pratica e chi insegna, sapere le ultime news sul Nordic Walking è http://www.scuolaitaliananordicwalking.it/.

mercoledì 14 gennaio 2009

La bandiera della pace



L'arcobaleno e i colori della pace

Vi siete mai chiesti dove trova origine la bandiera della pace?
Come mai i colori dell'iride dell'arcobaleno sono diventati il simbolo del movimento pacifista?

La bandiera della pace con i colori dell'arcobaleno è sicuramente la più nota a livello internazionale. Nata in Italia, è stata usata per la prima volta durante la prima edizione della marcia per la Pace Perugia-Assisi nel 1961 dal Movimento Non Violento fondato da Aldo Capitini. L'immagine dell'arcobaleno fu ispirata da simboli simili utilizzati in manifestazioni negli Stati Uniti ed in Gran Bretagna, dove ebbe principale trascinatore il filosofo Bertrand Russel.
In realtà, la bandiera originale aveva posto al centro, al posto della attuale scritta "PACE", una colomba bianca - opera di Pablo Picasso - quale messaggio universale di fratellanza. Negli anni del dopoguerra e fino alla fine degli anni '50 era un simbolo che non poteva essere issato a sventolare su un edificio e chi lo faceva era perseguibile a norma di legge.
La varietà più diffusa ha sette colori: viola, blu, azzurro, verde, giallo, arancione e rosso, e riporta al centro la scritta bianca "PACE". In alcune variazioni la striscia viola è al di sotto di quella azzurra, e talvolta viene aggiunta una striscia bianca in cima, come nella bandiera originale degli anni '60.
Nel racconto del diluvio universale nell'Antico Testamento, Dio pone l'arcobaleno come sigillo della sua alleanza con gli uomini e con la natura, promettendo che non ci sarà mai più un altro diluvio universale. L'arcobaleno è diventato così il simbolo della Pace tra terra e cielo e, per estensione, tra tutti gli uomini.
I colori dell'arcobaleno sono anche utilizzati come segno della "convivialità delle differenze" per la loro caratteristica fisica di restituire la luce bianca se fatti roteare velocemente.
A partire dal settembre 2002 la bandiera della Pace è stata oggetto della campagna "Pace da tutti i balconi": centinaia di migliaia di persone in Italia hanno esposto la bandiera dal davanzale o dal balcone di casa per dire "no" al concetto di guerra preventiva e alla guerra in Iraq.

Una bandiera simile fu adottata negli anni '70 a simboleggiare il movimento di liberazione omosessuale. A differenza della bandiera arcobaleno della pace, quella di LGBT sta nella mancata presenza della scritta "PACE" e nella diversità dei colori, sia come disposizione che come numero.
La disposizione dei colori è, infatti, speculare (il rosso è in basso nella bandiera della pace, in alto in quella gay) e le strisce di colore sono 6 a differenza di quelle del movimento pacifista che ne utilizza 7.

Una terza versione della bandiera della pace è nata come logo del movimento del Sermig fondato da Ernesto Oliviero e dell'Arsenale della Pace.
In questa bandiera una grande scritta "PACE" blu si sovrappone alle bandiere delle nazioni del mondo, a simboleggiare il fatto che la pace è un sentimento, un ideale che oltrepassa i confini delle nazioni e le differenza tra i popoli.
La prima versione della bandiera mostra la scritta in italiano in omaggio alla nazione dove il movimento ebbe inizio a Torino nel 1964; in seguito sono poi nate le versioni con la scritta in tutte le più importanti lingue del mondo.


domenica 11 gennaio 2009

Fabrizio de Andrè



Una festa per ricordare un poeta

Proprio adesso, in questa serata, a quest'ora, in comunione con tante altre persone in Italia voglio pubblicare questo post, amici blog-nauti, per ricordare anche io un grande poeta del nostro secolo: Fabrizio de Andrè.

Sono al momento sintonizzata su Rai3 e mi sto godendo (talvolta con le lacrime agli occhi) lo spettacolo che ha organizzato Fabio Fazio con uno speciale di "CheTempoCheFa" dedicato interamente a De André a dieci anni esatti dalla sua morte.

Durante la trasmissione si stanno alternando famosi e meno famosi cantanti italiani e stranieri che vogliono tutti partecipare alla festa, al concerto, al "raduno emotivo" e mettere insieme le più disparate dimostrazioni d’affetto. Hanno già cantato, stanno cantando mentre scrivo e canteranno fino alle 23 circa Franco Battiato con Inverno, Ivano Fossati con Smisurata preghiera, Lucio Dalla con Don Raffaè, Gianna Nannini con Via del campo, la Pfm con Bocca di Rosa, Andrea Bocelli con La canzone dell’amore perduto, Vinicio Capossela con La città vecchia, Tiziano Ferro con Le passanti, Vecchioni con Girotondo, Jovanotti in collegamento da Spoon River (a Lewiston, Illinois) con Il suonatore Jones, Luciana Littizzetto che legge Le nuvole, e ancora Antonella Ruggiero, Nicola Piovani, Eugenio Finardi, Samuele Bersani, Piero Pelù, Edoardo Bennato, Massimo Bubola, fino al grande finale con Creuza de Ma cantata da Cristiano De André e Mauro Pagani dal Porto Antico di Genova.

La voce calda e inconfondibile di Fabrizio de Andrè si ascolterà più tardi... in un solo momento della serata, tra le 22.40 e le 22.50, con Amore che vieni e amore che vai, che sarà trasmessa in contemporanea, nella sua versione originale, da 300 emittenti radio. Mentre in studio le note della canzone saranno accompagnate da immagini in diretta delle città italiane, in una "sorta di simbolico abbraccio". Tra i network che hanno aderito all’iniziativa Radio Rai, Radio DeeJay, Rtl 102.5, Radio Italia Solo Musica Italiana.
E un ricordo arriverà anche da Win Wenders. Il regista tedesco, che da sempre dichiara di apprezzare l’opera di de Andrè, sta pensando infatti di organizzare a New York un concerto a lui dedicato con la partecipazione di grandi artisti provenienti da tutto il mondo.

Personalmente trovo difficile dire quale canzone preferisco tra la produzione ampissima di Fabrizio de Andrè... anche se trovo splendido un suo album in particolare: La buona novella, dove il cantautore genovese prende spunto dai Vangeli Apocrifi per narrare la storia umana, terrena, sofferente di Cristo attraverso le vicende di chi lo ha visto agire, di chi lo ha amato come Maria, come Giuseppe o il ladrone Tito.
Il disco, del 1970, contiene dieci canzoni, una più bella dell'altra:
1. Laudate Dominum
2. L'infanzia di Maria
3. Il ritorno di Giuseppe
4. Il sogno di Maria
5. Ave Maria
6. Maria nella bottega di un falegname
7. Via della Croce
8. Tre madri
9 . Il testamento di Tito
10. Laudate hominem

Voglio chiudere questo post copiando il testo di una di queste canzoni le cui parole mi sembrano di grande attualità, da tenere a mente sempre.

Il testamento di Tito
Non avrai altro Dio all'infuori di me,
spesso mi ha fatto pensare:
genti diverse venute dall'est
dicevan che in fondo era uguale.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.

Non nominare il nome di Dio,
non nominarlo invano.
Con un coltello piantato nel fianco
gridai la mia pena e il suo nome:
ma forse era stanco, forse troppo occupato,
e non ascoltò il mio dolore.
Ma forse era stanco,
forse troppo lontano,
davvero lo nominai invano.
Onora il padre, onora la madre
e onora anche il loro bastone,
bacia la mano che ruppe il tuo naso
perché le chiedevi un boccone:
quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
Quanto a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.

Ricorda di santificare le feste.
Facile per noi ladroni
entrare nei templi che riguargitan salmi
di schiavi e dei loro padroni
senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Il quinto dice non devi rubare
e forse io l'ho rispettato
vuotando, in silenzio, le tasche già gonfie
di quelli che avevan rubato:
ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri nel nome di Dio.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri nel nome di Dio.

Non commettere atti che non siano puri
cioè non disperdere il seme.
Feconda una donna ogni volta che l'ami
così sarai uomo di fede:
Poi la voglia svanisce e il figlio rimane
e tanti ne uccide la fame.
Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore:
ma non ho creato dolore.

Il settimo dice non ammazzare
se del cielo vuoi essere degno.
Guardatela oggi, questa legge di Dio,
tre volte inchiodata nel legno:
guardate la fine di quel nazzareno
e un ladro non muore di meno.
Guardate la fine di quel nazzareno
e un ladro non muore di meno.

Non dire falsa testimonianza
e aiutali a uccidere un uomo.
Lo sanno a memoria il diritto divino,
e scordano sempre il perdono:
ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.

Non desiderare la roba degli altri
non desiderarne la sposa.
Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi
che hanno una donna e qualcosa:
nei letti degli altri già caldi d'amore
non ho provato dolore.
L'invidia di ieri non è già finita:
stasera vi invidio la vita.

Ma adesso che viene la sera
ed il buio mi toglie il dolore dagli occhi
e scivola il sole al di là delle dune
a violentare altre notti:
io nel vedere quest'uomo che muore,
madre, io provo dolore.
Nella pietà che non cede al rancore,
madre, ho imparato l'amore.

venerdì 9 gennaio 2009

Valle della Caffarella


Nordic Walking alla Caffarella

Carissimi amici con il nuovo anno comincia anche la nuova stagione di escursioni del Walking Center Roma.

Per domani mattina, sabato 10 gennaio, abbiamo organizzato una bellissima passeggiata nel Parco della Caffarella, ovvero nella memoria della storia di Roma antica, della città e della cultura, delle genti che l'hanno popolata e del territorio nel quale si sono insediate. La valle fu teatro di miti e leggende ed è attraversata dal fiume Almone, "fiume sacro legato alle origini mitiche di Roma".

La passeggiata (lunga 3,7 km su facili sentieri e strade sterrate di campagna e senza particolari difficoltà) si snoda tra le numerose testimonianze storiche - che vanno dall'età Repubblicana e Imperiale fino al Medioevo - che ancora oggi arricchiscono questo ricco polmone verde della città.
Lungo il percorso potremo trovare piacevoli sorprese, inaspettati fenomeni naturali, animali e piante che ci stupiranno e inviteranno ad approfondire le conoscenze naturalistiche e ad amare di più questo luogo.

Appuntamento: ore 10.20 (inizio 10.30) al parcheggio di l.go Pietro Tacchi Venturi (angolo via Latina)
Durata: 1h30 min / 1h45 min
Quota di partecipazione: 5,00 euro

Parco della Caffarella
Il Parco - oggi parte integrante del Parco dell'Appia Antica - è situato a ridosso delle Mura Aureliane, fra la via Appia e la via Latina, e deve il suo nome alla famiglia Caffarelli che ne divenne proprietaria alla metà del ‘500, creando un’ estesa tenuta agricola dopo aver riunificato e bonificato vari appezzamenti.
Dall’età repubblicana e per tutta l’età imperiale, la valle fu densamente occupata da grandi ville, tempietti, sepolcri e colombari. Nel periodo medievale, poi, a causa della sua posizione strategica di controllo delle comunicazioni tra il centro della città ed i Colli Albani, la valle - conosciuta in quel periodo come “Vallis Marmorea” per l’abbondanza di resti di monumenti antichi che vi erano localizzati - venne circondata da cinque torri di guardia poste sui valichi del fiume Almone.
Dall’XI secolo, infine, nell’area vengono collocati numerosi impianti artigianali che sfruttavano la ricchezza delle sue acque e sorgenti: mulini ad acqua o valche (dal termine longobardo “walkan” rotolare), impianti per il lavaggio dei panni che spesso riutilizzavano, trasformandole, precedenti strutture di età romana.



giovedì 8 gennaio 2009

Vedute di città



Viaggio tra le città del mondo

Oggi voglio prendere lo spunto da un nuovo volume edito dalla Taschen (Cities of the world) per parlare un po' di cartografia storica, mappe, ecc...

Il libro, curato da Stepahn Fussel (direttore dell'Istituto di storia del libro dell'Università Johannes Gutenberg di Mainz), ripropone dopo più di quattro secoli l'edizione completa di un'opera molto bella: una raccolta di 363 tavole a colori - la “Civitates orbis Terrarum” di Georg Braun e Franz Hogenberg - inerenti mappe, planimetrie e carte delle principali città d’Europa, Africa, Asia e America centrale, pubblicata a Cologna dal 1572 al 1617 e recuperata grazie alla magnifica collezione dei 6 volumi originali custoditi al Museo storico di Francoforte.

Questo sontuoso lavoro fu realizzato dall’editore e teologo Georg Braun in collaborazione col cartografo Franz Hogenberg come ideale completamento del “Theatrum orbis terrarum”... il monumentale atlante del 1570 di Abraham Ortelius.
Oltre un centinaio di artisti e cartografi contribuirono alla realizzazione di carte, viste a volo d’uccello, mappe, nonché di numerose tavole di dettagli topografici, costumi d’epoca, scene di vita di corte, commercio e attività politica. Molte le tavole coi testi di commento di Braun alla storia e al contesto sociale di ogni città presa in esame. La “Civitates” offre una formidabile vista d’insieme della vita urbana fra il XVI e il XVII secolo.

Gli anni durante i quali Braun e Hogenberg diedero vita a questa raccolta furono importantissimi e non solo per le discipline cartografiche: si leggeva molto (testi greci prima sconosciuti circolavano in discreta quantità e tra questi la Cosmografia di Tolomeo), si navigava, si scriveva e si stampava.
Civitates Orbis Terrarum fa parte di questo ricco panorama intellettuale, ma al tempo stesso ne rappresenta una grande novità perché rappresenta una sorta letteratura di viaggio per immagini. Il fine dell’opera non è l’utile, come per i portolani e gli isolari (portolani pensati proprio per la navigazione tra il continente e le isole), ma il dilettevole.
Il periodo tra la fine del '500 e le prime decadi del '600 rappresenta il pieno Rinascimento e l'inizio dell’età moderna... l’età della conoscenza finalizzata, della meccanica, della ricerca e scoperta, delle scienze. Braun e Hogenberg "sono sicuri che non esista cosa più piacevole dell’osservare la forma universale della terra rimanendo comodamente in casa propria, al sicuro da ogni pericolo. [...] Per dilettare il lettore con serietà, Braun e Hogenberg cercano le immagini veritiere delle cose. Non vogliono alludere o idealizzare ma rappresentare fedelmente sulla carta, riprodurre con esattezza e in tempo reale quello che l’occhio vede [...]".
Le immagini di Civitates Orbis Terrarum nascono quasi sempre da uno sguardo obliquo, un’angolatura che mostra gli edifici interi a partire dai loro basamenti, un modo di guardare le cose che non è mai piatto e dall’alto. La rappresentazione a linee e segni, la mappa mundi che vuole il mondo in piano è scardinata e alla pura geografia inerte è sostituita la visione “a volo d’uccello”, non troppo in alto da annullare i particolari e non troppo in basso da perdere di vista l’insieme.

Le mappe pubblicate nel post raffigurano (dall'alto) Damasco, il forte di Hesdyb, Siviglia.

Atlanti e raccolte di mappe
Probabilmente il più antico atlante risale al 1507 ed è quello di Martin Waldseemüller: fu il primo caso in cui si mostrò chiaramente che l’America è separata dall’Asia e fu anche la prima opera che attestò il nome “America” per il "nuovo continente" in onore di Amerigo Vespucci.
La prima raccolta coerente e sistematica di carte geografiche fu però il Theatrum Orbis Terrarum di Abraham Orteliusdel 1570; dopo questa, nel 1578, il fiammingo Gerhard Kramer riprese la raccolta di Tolomeo e nel frattempo ideò la proiezione cilindrica isogona, costruì astrolabi, modellò globi terrestri e celesti, e anche lui inventò parole nuove. È di Mercatore, infatti, l’idea di intitolare le raccolte di carte geografiche al titano Atlante, condannato da Giove a sorreggere la volta del cielo, o il mondo come si è pensato più tardi (Atlas sive cosmographicae meditationes de fabrica mundi è del 1595).


mercoledì 7 gennaio 2009

I signori dei ghiacci



L'ultimo orso polare

Ho recentemente sfogliato in libreria un nuovo (e stupendo) libro fotografico - dal titolo L'ultimo orso polare - di Steven Kazlowski, edito da Corbaccio.

Dalla recensione a questo lavoro si legge che per alcune delle fotografie ci sono volute anche settimane di appostamenti, di attese a temperature estreme, una grande pazienza e una cospicua dose di coraggio.

Ma il risultato, vi assicuro, è straordinario: folle di trichechi che sembrano fluttuare nel mare; mandrie di caribù; stormi di oche in migrazione; balene che mostrano le immense pinne; e soprattutto lui, il re incontrastato delle regioni artiche, sua maestà l'orso polare.


Il libro serve anche a fare un'attenta riflessione sulle devastazioni ambientali di cui è causa primaria l'azione dell'uomo. L'orso bianco è, infatti, a rischio estinzione: dei 25.000 esemplari che si stimano esistere al mondo, una buona parte abita regioni dell'Artico i cui governi fanno poco o nulla per contrastarne la caccia, ovunque proibita. E come se non bastasse, i cambiamenti climatici - il progressivo scioglimento dei ghiacci ai poli è ormai un allarmante dato di fatto di cui leggiamo notizie quotidianamente su tutti i giornali - stanno minando profondamente il già delicato habitat di questo grosso predatore, come di altre specie polari.

Orso Polare
L'orso polare è tra i più grandi carnivori terrestri del mondo, tuttavia il suo nome latino (Ursus maritimus) ricorda che trascorre la maggior parte della vita dentro e intorno all'acqua: è infatti un nuotatore provetto e può raggiungere una velocità di 10 km/h usando le zampe anteriori come remi mentre quelle posteriori fungono da timone.

Il suo habitat preferito è il ghiaccio, quel ghiaccio che copre i mari artici per la maggior parte dell'anno e dove l' orso polare caccia e si riproduce.
Gli orsi polari trascorrono gran parte del tempo vicino, o sui margini delle banchise: è qui che hanno maggiori possibilità di trovare cibo. Durante l'estate, man mano che il bordo meridionale della calotta glaciale artica si scioglie, alcuni orsi seguono il ghiaccio che si ritira verso nord, per rimanere vicini alle foche e alle altre prede. Altri orsi trascorrono invece le loro estati a terra, alimentandosi con il grasso corporeo accumulato durante le fruttuose cacce primaverili e invernali.

(tutte le foto del blog sono tratte dal libro)

lunedì 5 gennaio 2009

Re di Cuori




Appello per un'adozione

Con piacere pubblico un appello che mi ha girato il mio amico Alex Vieri (http://alexvieri.blogspot.com/) per un cagnolino meticcio che ha urgente bisogno di una casa!

Il cane, che vedete in queste foto, si chiama Re di Cuori (matricola 3196) e sta per essere trasferito in un canile, ahimè, in cui non operano volontari e - di conseguenza - in cui non ci sono troppe cure e attenzioni per gli ospiti a quattro zampe...
Re di Cuori dovrebbe essere maschio, adulto, di taglia media, a pelo lungo (pelosissimo) e con due occhioni languidi... sembra che parli!!!!

Chiunque abbia bisogno di informazioni o volesse direttamente adottarlo, può contattare adozioni@associazionecanililazio.it, oppure telefonare direttamente a Giulia (392.6551464) o a Marina (346.8610167 - 328.3177769).
Mi raccomando, amici blog-nauti, diffondete l'avviso e cerchiamo di trovare a questo splendido "cucciolone" un'adozione a tempo di record!!!!!