Viaggio tra le città del mondo
Oggi voglio prendere lo spunto da un nuovo volume edito dalla Taschen (Cities of the world) per parlare un po' di cartografia storica, mappe, ecc...
Il libro, curato da Stepahn Fussel (direttore dell'Istituto di storia del libro dell'Università Johannes Gutenberg di Mainz), ripropone dopo più di quattro secoli l'edizione completa di un'opera molto bella: una raccolta di 363 tavole a colori - la “
Civitates orbis Terrarum” di Georg Braun e Franz Hogenberg - inerenti mappe, planimetrie e carte delle principali città d’Europa, Africa, Asia e America centrale, pubblicata a Cologna dal 1572 al 1617 e recuperata grazie alla magnifica collezione dei 6 volumi originali custoditi al Museo storico di Francoforte.
Questo sontuoso lavoro fu realizzato dall’editore e teologo Georg Braun in collaborazione col cartografo Franz Hogenberg come ideale completamento del “Theatrum orbis terrarum”... il monumentale atlante del 1570 di Abraham Ortelius.
Oltre un centinaio di artisti e cartografi contribuirono alla realizzazione di carte, viste a volo d’uccello, mappe, nonché di numerose tavole di dettagli topografici, costumi d’epoca, scene di vita di corte, commercio e attività politica. Molte le tavole coi testi di commento di Braun alla storia e al contesto sociale di ogni città presa in esame. La “
Civitates” offre una formidabile vista d’insieme della vita urbana fra il XVI e il XVII secolo.
Gli anni durante i quali Braun e Hogenberg diedero vita a questa raccolta furono importantissimi e non solo per le discipline cartografiche: si leggeva molto (testi greci prima sconosciuti circolavano in discreta quantità e tra questi la Cosmografia di Tolomeo), si navigava, si scriveva e si stampava.
Civitates Orbis Terrarum fa parte di questo ricco panorama intellettuale, ma al tempo stesso ne rappresenta una grande novità perché rappresenta una sorta letteratura di viaggio per immagini. Il fine dell’opera non è l’utile, come per i portolani e gli isolari (portolani pensati proprio per la navigazione tra il continente e le isole), ma il dilettevole.
Il periodo tra la fine del '500 e le prime decadi del '600 rappresenta il pieno Rinascimento e l'inizio dell’età moderna... l’età della conoscenza finalizzata, della meccanica, della ricerca e scoperta, delle scienze. Braun e Hogenberg "sono sicuri che non esista cosa più piacevole dell’osservare la forma universale della terra rimanendo comodamente in casa propria, al sicuro da ogni pericolo. [...] Per dilettare il lettore con serietà, Braun e Hogenberg cercano le immagini veritiere delle cose. Non vogliono alludere o idealizzare ma rappresentare fedelmente sulla carta, riprodurre con esattezza e in tempo reale quello che l’occhio vede [...]".
Le immagini di Civitates Orbis Terrarum nascono quasi sempre da uno sguardo obliquo, un’angolatura che mostra gli edifici interi a partire dai loro basamenti, un modo di guardare le cose che non è mai piatto e dall’alto. La rappresentazione a linee e segni, la mappa mundi che vuole il mondo in piano è scardinata e alla pura geografia inerte è sostituita la visione “a volo d’uccello”, non troppo in alto da annullare i particolari e non troppo in basso da perdere di vista l’insieme.
Le mappe pubblicate nel post raffigurano (dall'alto) Damasco, il forte di Hesdyb, Siviglia.
Atlanti e raccolte di mappe
Probabilmente il più antico atlante risale al 1507 ed è quello di Martin Waldseemüller: fu il primo caso in cui si mostrò chiaramente che l’America è separata dall’Asia e fu anche la prima opera che attestò il nome “America” per il "nuovo continente" in onore di Amerigo Vespucci.
La prima raccolta coerente e sistematica di carte geografiche fu però il Theatrum Orbis Terrarum di Abraham Orteliusdel 1570; dopo questa, nel 1578, il fiammingo Gerhard Kramer riprese la raccolta di Tolomeo e nel frattempo ideò la proiezione cilindrica isogona, costruì astrolabi, modellò globi terrestri e celesti, e anche lui inventò parole nuove. È di Mercatore, infatti, l’idea di intitolare le raccolte di carte geografiche al titano Atlante, condannato da Giove a sorreggere la volta del cielo, o il mondo come si è pensato più tardi (Atlas sive cosmographicae meditationes de fabrica mundi è del 1595).
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