L'ultimo orso polare
Ho recentemente sfogliato in libreria un nuovo (e stupendo) libro fotografico - dal titolo L'ultimo orso polare - di Steven Kazlowski, edito da Corbaccio.
Dalla recensione a questo lavoro si legge che per alcune delle fotografie ci sono volute anche settimane di appostamenti, di attese a temperature estreme, una grande pazienza e una cospicua dose di coraggio.
Ma il risultato, vi assicuro, è straordinario: folle di trichechi che sembrano fluttuare nel mare; mandrie di caribù; stormi di oche in migrazione; balene che mostrano le immense pinne; e soprattutto lui, il re incontrastato delle regioni artiche, sua maestà l'orso polare.
Il libro serve anche a fare un'attenta riflessione sulle devastazioni ambientali di cui è causa primaria l'azione dell'uomo. L'orso bianco è, infatti, a rischio estinzione: dei 25.000 esemplari che si stimano esistere al mondo, una buona parte abita regioni dell'Artico i cui governi fanno poco o nulla per contrastarne la caccia, ovunque proibita. E come se non bastasse, i cambiamenti climatici - il progressivo scioglimento dei ghiacci ai poli è ormai un allarmante dato di fatto di cui leggiamo notizie quotidianamente su tutti i giornali - stanno minando profondamente il già delicato habitat di questo grosso predatore, come di altre specie polari.
Orso Polare
L'orso polare è tra i più grandi carnivori terrestri del mondo, tuttavia il suo nome latino (Ursus maritimus) ricorda che trascorre la maggior parte della vita dentro e intorno all'acqua: è infatti un nuotatore provetto e può raggiungere una velocità di 10 km/h usando le zampe anteriori come remi mentre quelle posteriori fungono da timone.
Il suo habitat preferito è il ghiaccio, quel ghiaccio che copre i mari artici per la maggior parte dell'anno e dove l' orso polare caccia e si riproduce.
Gli orsi polari trascorrono gran parte del tempo vicino, o sui margini delle banchise: è qui che hanno maggiori possibilità di trovare cibo. Durante l'estate, man mano che il bordo meridionale della calotta glaciale artica si scioglie, alcuni orsi seguono il ghiaccio che si ritira verso nord, per rimanere vicini alle foche e alle altre prede. Altri orsi trascorrono invece le loro estati a terra, alimentandosi con il grasso corporeo accumulato durante le fruttuose cacce primaverili e invernali.
(tutte le foto del blog sono tratte dal libro)
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