martedì 30 settembre 2008

Nikon D200




Macchina reflex digitale nuova

Amici Blog-nauti che favola!!!!!!!!!
Mi hanno regalato la nuova macchina fotografia reflex digitale e ho preso – da un amico fotografo – come usato sicuro la splendida Nikon D200, corredata dall’obiettivo Nikkor 18-70.

La Nikon D200 è una Reflex Digitale utile sia al fotoamatore che al professionista, offrendo una qualità d'immagine di livello professionale e mantenendo un versatilità eccezionale per riprese creative attraverso il controllo manuale completo e preciso.
Caratteristiche principali
(fonte: http://www.europe-nikon.com/product/it_IT/products/broad/1083/overview.html
)
- Il CCD da 10.2 megapixel produce un'eccezionale dettaglio, grazie all'alta risoluzione dell'immagine i risultati saranno rappresentati da colori vivi e puri; particolarmente indicati per stampe di grande formato.
- Adotta il sistema avanzato di costruzione immagini ereditato dalla D2X.
- Il sistema di 11-area AF recentemente sviluppato (lo stesso della serie professionale D2), permette al fotografo di selezionare le diverse zone di fuoco a partire da 11-aree AF o da 7 aree estese.
- 3D Color Matrix Metering II (AE) con l'esposizione RGB 1,005-pixel Color Matrix Nikon utilizzato dalla D2X.
- Rapidità e prontezza! Accensione istantanea in 0.15 secondi. 50 millisecondi di ritardo allo scatto e 105 millesecondi di oscuramento del mirino.
- È possibile una connessione GPS (Global Positioning System) attraverso l'unità opzionale GPS Adapter Cord MC-35.
- L'MB-200 Battery Pack è disponibile come accessorio opzionale ed estende la capacità di scatto della fotocamera. Può utilizzare 6 batterie AA (stilo) o due batterie EN-EL3e, tra le altre caratteristiche sono presenti due ghiere supplementari (primaria e secondaria) e pulsanti relativo allo scatto e AF. (Compatibile con batterie tipo AA comprese alcaline, NiMh, Litio e Nickel-Manganese).
- Il trasmettitore opzionale Wireless WT-3 permette di ottenere tutte le possibilità del protocollo IEEE802.11b/g. (Disponibile solo nei Paesi dove è approvato l'utilizzo della tredicesima frequenza)
- La D200 è compatibile con il sistema Nikon's Total Imaging System che comprende gli obiettivi Nikkor, i flash i-TTL, i controlli remoti, ed il potente software per realizzare ogni necessità creativa.
- Corpo in lega di Magnesio.
- i-TTL Flash Control and 1/250 sec. Flash Sync. speed.
- TFT LCD Monitor 2.5 pollici, 230,000- (low-temperature polysilicon) con gestione della luminosità.
- Il mirino è composto da pentaprisma luminoso; correzione diotrica incorporata (-2.0 to +1.0m-1), e accomodamento oculare pari a 19.5mm (-1.0m-1), una copertura di fotogramma di circa il 95% (verticale ed orizzontale) e ingrandimento divisione pari a 0.94x (con obiettivo 50mm su infinito; -1.0m-1).
Caratteristiche tecniche
Pixel effettivi [milioni] = 10.2
Gamma di sensibilità Iso (Min. Max) = 100-1600
Modalità colore = 3. sRGB (skin colour), Adobe RGB (material colour), sRGB (landscapes).
Modi esposizione = P, S, A, M
Gamma dei tempi [sec.] = 30 - 1/8,000 + Bulb
Interfaccia = USB 2.0 Hi Speed
Peso approssimativo senza pile e scheda di memoria = 830
Sistema autofocus = MultiCAM1000
Dimensioni (L x A x P) [mm] =147 x 113 x 74


Il Nikkor 18-70 (f3.5-4.5G ED-IF AF-S DX ) è un obiettivo zoom standard con lenti di elevata qualità, variazione focale elevata da utilizzare con le reflex dotate di sensore formato Nikon DX.
L’ampia gamma di focali 18-70mm equivale ad un obiettivo 27-105mm nel formato 35mm ed offre grande versatilità sia nelle riprese di ritratto sia nella fotografia di paesaggio. La resa ottica è esaltata dalla presenza di tre lenti in vetro speciale ED a bassa dispersione e di un elemento asferico i quali, insieme, provvedono a compensare le aberrazioni. E, attraverso l’uso di un motore di messa a fuoco SWM (Silent Wave Motor) lo Zoom-Nikkor AF-S DX 18-70mm f/3.5-4.5G IF-ED offre, insieme alle reflex digitali Nikon, una messa a fuoco automatica silenziosa e rapida.
Caratteristiche principali
(fonte: http://www.europe-nikon.com/product/it_IT/products/broad/393/overview.html)
Gamma di focali standard da 18mm a 70mm (equivalenti, nel 35mm ad un 27-105mm)
Schema ottico di elevate prestazioni, disegnato specificamente per i sensori delle reflex digitali Nikon.
Tre lenti in vetro ottico ED riducono l'aberrazione cromatica ed offrono elevato contrasto ed alta risoluzione.
Esclusivo motore Nikon SWM (Silent Wave Motor) per un autofocus silenzioso e veloce.
Caratteristiche tecniche
Schema ottico: Lenti / Gruppi = 15 (3 ED) / 13
Minima distanza dichiarata di messa a fuoco [m] = 0.38
Diametro filtri [mm] = 67
Dimensioni: Diam x Lungh (compreso innesto) [mm] = 73 x 75.5
Peso [g] = 420


I risultati… beh, il manuale delle istruzioni è molto voluminoso e ho cominciato a studiarlo.
Al momento ho solo provato qualche scatto senza troppi ragionamenti: questi i risultati, a voi i commenti, le critiche, i suggerimenti, ecc…






corbezzolo (settembre 2008)





ulivo (settembre 2008)



giovedì 25 settembre 2008

Parco della valle del Treja


Nordic Walking lungo il Treja

Per domenica 28 settembre il Nordic Walking Center di Roma organizza una splendida escursione lungo il fiume Treja.

La Valle del Treja è un parco naturale sorto lungo le sponde dell'omonimo fiume e si trova a cavallo tra le provincie di Roma e Viterbo, tra Mazzano Romano e Calcata a circa 40 km a nord di Roma.
Le acque del fiume Treja, insieme all'azione degli eventi atmosferici, hanno modellato il paesaggio - tipicamente "etrusco" - con forre profondamente incise e pareti tufacee a strapiombo.
A Monte Gelato, il Treja si divide in una successione di cascatelle (tra le quali le famose Cascate di monte Gelato ) prima di riunirsi in una rifolta per poi inoltrarsi nella forra.
Nella forra, numerosi speroni, rialzi e promontori di differenti rocce vulcaniche formano suggestivi scenari dando vita a paesaggi con vegetazioni diverse e numerose sorgenti, anche di acqua minerale e ferruginosa, alimentano il corso d'acqua.
Sui pianori di tufo e nelle piccole radure in fondo alle forre, sono visibili necropoli etrusche e ruderi di epoca romana e medioevale.
Qui, l'uomo è riuscito ad inserire, nei secoli passati, una torre ed un mulino per le sue necessità, senza disturbare il paesaggio.
Il tratto che si percorrerà durante l'escursione sarà quello che va dalla località Monte Gelato a Mazzano Romano. Eventualmente, se l'orario lo consentirà, si potra visitare anche lo splendido paese di Calcata, arroccato proprio sulla Valle del Treja

Appuntamento
ore 9.00 presso il P.le della Stazione di Saxa Rubra (della fermata metropolitana Roma-Viterbo)
oppure
ore 9.20 - 9.30 direttamente all'uscita per Mazzano Romano sulla Cassia Bis
Durata: intera giornata (rientro previsto nel pomeriggio) con pranzo al sacco.
Quota di partecipazione: 10 euro.

Si consiglia di portare anche calzini e scarpe di ricambio in quanto si fa un itinerario lungo il fiume e lo attraverserà in alcuni punti dove potrebbe capitare di bagnarsi piacevolmente i piedi.
E non bisogna dimenticare la macchina fotografica!

Nordic Walking by Walking Center Italia
cell. 329.4091867 (Fabio e Agnese) - Tel. 06.9165004193

mercoledì 24 settembre 2008

Valutare lo stato di forma



2 km Walking Test

Ci sono diversi metodi che sono comunemente utilizzati oggi per verificare il proprio stato di forma: test di Cooper, test di Conconi, test specifici di laboratorio, ecc... Il problema principale, però, è che questi sono test abbastanza complessi da svolgere, soprattutto per chi ha poca esperienza in ambito sportivo, e richiedono comunque di eseguirli correndo o pedalando, spesso sotto la supervisione di un esperto!
Esiste, però, un test molto più facile e abbordabile che si può effettuare semplicemente camminando: il “2Km walking test” sviluppato dall’UKK Institute (Centro di ricerca finlandese per la promozione della salute) proprio per misurare lo stato di forma per persone che praticano attività sportiva non a livello agonistico ma per fitness o per benessere.

In cosa consiste il test
La prova consiste nell’effettuare una camminata a passo molto sostenuto lungo un percorso pianeggiante di 2Km (parco, pista di atletica, palestra, etc..). Al termine del percorso verrano misurati il tempo impiegato e la frequenza cardiaca tramite un cardiofrequenzimetro.
Questi dati, insieme alla propria età, al peso e al sesso sono in grado di restituire il cosiddetto Fitness Index o Indice di Forma Fisica, che misura proprio lo stato di forma attuale di una persona secondo i seguenti parametri (le definizioni sono dell’UKK Institute):
- chiaramente sotto la media <>
- leggermente sotto la media 70 - 89
- in media 90 - 110
- leggermente sopra la media 111 - 130
- chiaramente sopra la media > 130

Come eseguire il test
Al fine della validità del test (è pur sempre una prova aerobica) è molto importante eseguirlo cercando di camminare (non correre) con una andatura che sia la più veloce possibile, tenendo come parametro di riferimento il mantenimento della frequenza cardiaca media intorno all’80% della propria FcMax (freq. cardiaca massima).

La propria FcMax si può calcolare facilmente con la formula FcMax= 208-(0,7*età) e, una volta scoperta questa, si può calcolare la propria frequenza di riferimento Fc (80%) su cui eseguire il test.
Esempio: un uomo di 37 ha una FcMax=208-(0,7*37)= 182 bpm e dovrà eseguire il test cercando di mantenersi intorno ad una frequenza cardiaca di 145 bpm (80% di FcMax).

Prima della prova si esegue una fase di riscaldamento ed eventualmente si può provare per un breve tratto l’andatura da tenere per il test.
A questo punto si esegue il test con un cardiofrequenzimentro percorrendo i 2 Km camminando (con i propri bastoncini o senza) all’andatura stabilita e all’arrivo si annoteranno il tempo impiegato e la Freq. cardiaca media (e non quella finale) registrata.

Tutti i dati verranno poi immessi nella seguente formula per il calcolo dell’Indice:
Uomini: 420 - (11.6 X min + 0.2 X sec + 0.56 X Freq + 2.6 X BMI - 0.2 X ETA’)
Donne: 304 - (8.5 X min + 0.14 X sec + 0.32 X Freq + 1.1 X BMI - 0.4 X ETA’)
dove il BMI (Body Mass Index) è calcolato come Peso (Kg)/altezza(cm)²
Per facilitare il calcolo del fitness Index è possibile scaricare il Foglio di valutazione del 2Km Walking Test.

Per chi fosse interessato a fare questo tipo di test seguito dagli istruttori del Walking Center di Roma (che forniranno il cardiofrequenzimetro necessario), è organizzato un incontro apposito sabato 27 settembre 2008,
alle ore 10.00 a villa Pamphili.
Per le prenotazioni è possibile contattare
info@nordicwalkingroma.it o visitare il sito http://www.nordicwalkingroma.it/index.asp.

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Il 2Km Walking test è una prova che non si adatta ad atleti agonisti o comunque con una ottima preparazione fisica ma a persone normali o sedentarie o che praticano attività sportiva per benessere.
Prima di effettuarlo è consigliabile comunque di rivolgersi al proprio medico per capire se il nostro stato fisico ci consente di farlo in tranquillità (ovviamente non può essere eseguito da infartuati, da chi soffre di malattie cardio-circolatorie, da asmatici, ecc...)
Inoltre deve essere preso come uno strumento semplice per monitorare il proprio stato di forma o anche e soprattutto come stimolo per poterlo migliorare!

mercoledì 17 settembre 2008

Mahatma Gandhi




One World

Quello che segue è il testo in italiano del discorso “One World” tenuto da Gandhi alla Conferenza delle relazioni interasiatiche a New Delhi il 2 aprile 1947 che in queste ultime settimane abbiamo sentito spesso alla TV perché utilizzato da uno spot di telefonia.
Non capisco ancora bene perché il Mahatma Gandhi, il suo pensiero, la sua filosofia di vita vengano utilizzati per pubblicizzare un oggetto, perché diventino marketing… quello che però voglio fare è ricordare il discorso, ritornare su parole importanti che possono aiutarci a capire quel periodo e a “tornare” nel nostro più consapevoli, più attenti, più sensibili all’atmosfera che oggi viviamo sempre più sulla nostra pelle.

Su internet trovate diverse versioni del discorso (più o meno strumentalizzate, più o meno originali), così come sono diversi i siti e blog dove si è commentata la vicenda (http://attivissimo.blogspot.com/2008/08/telecom-e-gandhi-il-testo-del-discorso.html, http://www.fainotizia.it/2008/08/15/il-discorso-di-gandhi-trovato-e-restaurato, http://www.levysoft.it/archivio/2004/10/20/il-vero-discorso-di-gandhi/, http://www.turbo.netsons.org/il-nuovo-discorso-di-gandhi/, …).
Spero che la versione che riporto in questo blog (realizzata da Elena Tebano e Marco De Masi) sia il più corretta e verosimile possibile. Il mio obiettivo è quello di riflettere insieme su temi che oggi sono certamente tornati all’ordine del giorno dopo le cronache che, non solo di questa estate, hanno riempito i nostri giornali di Olimpiadi e Tibet, guerra in Georgia, attentati e violenze, ecc...

Signora Presidente, amici,
non credo di dovermi scusare con voi per il fatto che sono costretto a parlare una lingua straniera. Mi chiedo se con questi microfoni la mia voce arrivi all’estremità più lontana di questo vasto pubblico. Quelli di voi che sono lontano, possono alzare le mani se sentono quello che dico? Sentite, perfetto. Bene, se la mia voce non arriva, non sarà colpa mia, sarà colpa di questi microfoni.
Quello che vi stavo dicendo è che non ho bisogno di scusarmi. Non oso, se tutti i delegati che si sono riuniti qui dalla varie zone dell’Asia, e gli “osservatori” – ho imparato questa parola dalle labbra di un amico americano, che ha detto “non sono un delegato, sono un osservatore”. Pensando che lui è venuto dalla Persia […] Ed ecco che mi trovo davanti un americano, e gli ho detto “Io ho paura di te, vorrei che mi lasciassi in pace”. Immaginate che un americano mi avrebbe lasciato da solo? Non lui, e per questo dovetti parlargli. Vi stavo dicendo che la mia parlata provinciale, che è la mia lingua madre, voi non potete capirla; e io non voglio insultarvi insistendo [a parlare] in questa parlata provinciale. La lingua nazionale, l’industani, so che ci vorrà molto tempo prima che possa competere nei discorsi ufficiali. Se c’è rivalità, c’è rivalità tra francese e inglese. Per il commercio internazionale, senza dubbio l’inglese occupa la prima posizione; per le conversazioni diplomatiche e la corrispondenza, quando studiavo da ragazzo sentivo dire che il francese era la lingua della diplomazia, e che se si voleva andare da un’estremità all’altra dell’Europa bisognava provare a imparare un po’ di francese, e così provai a imparare qua e là qualche parola di francese per essere capace di farmi capire. A ogni modo, se può esserci qualche rivalità, potrebbe sorgere tra il francese e l’inglese. Quindi, dato che è l’inglese che mi hanno insegnato, naturalmente devo far ricorso a questa lingua internazionale per parlare con voi.
Mi chiedevo di cosa avrei dovuto parlarvi. Volevo raccogliere i miei pensieri, ma lasciatemi confessare che non ho avuto tempo, eppure vi avevo promesso ieri che avrei provato a dirvi qualche parola. Mentre venivo con Badshah Khan, ho chiesto un piccolo pezzo di carta e una matita. Ho avuto una penna al posto della matita. Ho provato a scarabocchiare qualche parola. Vi spiacerà sentirmi dire che quel pezzo di carta non ce l’ho con me. Ma questo non è niente, mi ricordo di cosa volevo parlarvi, e mi sono detto: i tuoi amici non hanno visto la vera India, e tu non partecipi a una conferenza in mezzo alla vera India.
Delhi, Bombay, Madras, Calcutta, Lahore – tutte queste sono grandi città, ormai influenzate dall’Occidente, anche costruite, forse a parte Delhi, ma non Nuova Delhi, anche costruite dagli inglesi. Ho quindi pensato a un piccolo saggio – credo che lo dovrei chiamare così – che era in francese. Mi fu tradotto da un amico anglo-francese, e lui era un filosofo, era anche un uomo modesto e disse che era diventato mio amico senza che io lo avessi conosciuto, perché lui era sempre stato dalla parte della minoranza e io ero, così è, miei compatrioti, in una minoranza senza speranza, non solo minoranza senza speranza, ma anche minoranza disprezzata. Se gli europei del Sud Africa mi perdoneranno per aver detto questo, noi eravamo tutti “coolie” [termine dispregiativo per indicare gli indiani che lavoravano come servi in Sud Africa]. IO ero un insignificante avvocato “coolie”. A quell’epoca non avevamo ‘coolie’ dottori, non avevamo ‘coolie’ avvocati. Fui il primo nel campo. Tuttavia, un ‘coolie’. Voi sapete forse cosa si intende con la parola ‘coolie’, ma questo amico – il suo nome era Krof: sua madre era una francese, suo padre un inglese – mi disse: “Voglio tradurre per te una storia francese”. Mi perdoneranno quelli di voi che conoscono la storia se nel ricordarla faccio degli errori qua e là, ma non ci saranno errori nel fatto principale.
C’erano tre scienziati e questi – chiaramente è una storia di fantasia – tre scienziati andarono fuori dalla Francia, andarono fuori dall’Europa in cerca della Verità. Questa è la prima lezione che la storia mi ha insegnato, che se bisognava la ‘verità’, non andava fatto sul suolo europeo. Di conseguenza, senza dubbio neppure in America. Questi tre grandi scienziati andarono in posti diversi dell’Asia. Uno di loro riuscì ad arrivare in India e cominciò la sua ricerca. Arrivò nelle cosiddette città di quei tempi. Naturalmente, questo succedeva prima dell’occupazione britannica, prima ancora del periodo Mughal – così l’autore francese ha illustrato la storia – ma comunque andò nelle città, vide la gente della cosiddetta casta superiore, uomini e donne, finché alla fine non entrò in un’umile casupola, in un umile villaggio, e quella casupola era una casupola Bhangi – e lì trovò la “verità” di cui era in cerca, in quella casupola Bhangi, nella famiglia Bhangi, uomo, donna, forse due o tre bambini. Dico questo facendo dei cambiamenti, l’autore a questo punto descriveva come l’uomo la trovò. Tralascio tutto questo. Voglio legare questa storia con quello che voglio dirvi, che se volete realmente vedere l’India al suo meglio dovete trovarla in un’abitazione Bhangi, in un’umile casa Bhangi, o in villaggi di questo genere che, come ci insegnano gli storici inglesi, sono 700 mila. Poche città qua e là, non contengono molte decine di milioni di persone, ma i 700 mila villaggi contengono quasi 40 crore [400 milioni] di persone. Dico quasi, perché si potrebbe forse togliere un crore [circa 10 milioni], forse due nelle città, ma ce ne sarebbero ancora 38. E allora io mi sono detto, se questi amici sono qui senza trovare la loro vera India, che cosa ci sono venuti a fare? Quindi ho pensato di chiedervi di immaginare quest’India, non dalla prospettiva che offre questo vasto pubblico ma di immaginare come sarebbe. Vorrei che leggeste una storia come questa dei francesi o altre cose. Guardate, forse qualcuno di voi, alcuni dei villaggi dell’India, e allora troverete la vera India. Oggi confesserò anche che non sarete affascinati dalla vista.
Dovrete andare a grattare sotto quei mucchi di letame che sono oggi i villaggi. Non pretendo di dire che prima fossero luoghi di paradiso. Ma oggi sono davvero mucchi di letame; non erano così, prima, di questo sono certo abbastanza. Perché non parlo dal punto di vista storico, ma a partire da quello che ho visto con i miei occhi in carne e ossa, dell'India - e ho viaggiato da un'estremità dell'India all'altra, ho visto questi villaggi, ho visto quei miseri esemplari dell'umanità, occhi spenti - eppure loro sono l'India, eppure in quelle misere casupole, tra quei mucchi di letame si trovano gli umili Bhangi, dove si troverà un'essenza concentrata di saggezza. Come? Questa è una bella domanda.
Bene, allora voglio mettervi di fronte a un'altra scena. Di nuovo, io ho studiato dai libri, libri scritti dagli storici inglesi, tradotti per me. Tutta questa copiosa conoscenza, mi dispiace dirlo, arriva a noi in India attraverso libri inglesi, attraverso storici inglesi. Non che non abbiamo storici indiani, ma anche loro non scrivono nella loro lingua madre, o nella lingua nazionale, l'industani, o se preferite definirle due lingue, l'hindi e l'urdu, due forme della stessa lingua. No, ci danno quello che hanno studiato nei libri inglesi, magari negli originali, ma sempre inglesi e in lingua inglese - questa è la conquista culturale dell'India, che l'India ha subito. Ma ci dicono che la saggezza è arrivata all'Occidente dall'Oriente. E chi erano questi uomini saggi? Zoroastro. Lui apparteneva all'Oriente. È stato seguito da Buddha. Apparteneva all'Oriente, apparteneva all'India. Chi ha seguito Buddha? Gesù, ancora una volta dall'Asia. Prima di Gesù c'era Mosa, Mosè, anche lui appartenente alla Palestina - ho controllato con Badshah Khan e Yunus Saheb, ed entrambi mi hanno confermato che Moses apparteneva alla Palestina, nonostante fosse nato in Egitto. E poi è venuto Gesù, e poi è venuto Maometto. Tutti questi li tralascio. Tralascio Krishna, tralascio Mahavir, tralascio le altre luci - non le chiamerò luci più flebili, ma sconosciute all'Occidente, sconosciute al mondo letterario. Anche così, non conosco una sola persona capace di eguagliare questi uomini dell'Asia. E poi, cosa è successo? Il cristianesimo è stato sfigurato quando ha raggiunto l'Occidente. Mi dispiace doverlo dire, ma questa è la mia interpretazione. Non vi imporrò oltre questi temi. Vi racconto questa storia per incoraggiarvi, e per farvi capire, se il mio povero discorso può farvi capire, che quello che vedete dello splendore e di tutto ciò che le città dell'India hanno da mostrarvi non è l'India. Certamente, la carneficina che avviene proprio sotto i vostri occhi, mi dispiace, vergognoso che sia, come ho detto ieri, dovete seppellirla qui. Non portate il ricordo di questa carneficina oltre i confini dell'India. Ma quello che voglio che capiate, se potete, è che il messaggio dell'Oriente, il messaggio dell’Asia, non può essere imparato attraverso gli occhiali dell'Occidente, attraverso gli occhiali occidentali, non imitando i fili argentati dell'Occidente, la polvere da sparo dell'Occidente, la bomba atomica dell'Occidente.
Se volete di nuovo dare un messaggio all'Occidente, deve essere un messaggio di 'amore', deve essere un messaggio di 'verità'. Ci deve essere una conquista (APPLAUSI), per favore, per favore, per favore. Questo interferirà con il mio discorso, e interferirà anche con la vostra capacità di comprenderlo. Voglio catturare i vostri cuori, non voglio ricevere i vostri applausi. Fate battere i vostri cuori all'unisono con quello che dico e, credo, avrò compiuto il mio lavoro Perciò voglio che ve ne andiate da qui con il pensiero che l'Asia deve conquistare l'Occidente. Poi, la domanda che mi ha chiesto ieri un amico: se credessi davvero in un mondo unito. Certo che credo in un mondo unito. E come potrei fare altrimenti, se sono un erede del messaggio d'amore che questi grandi, irraggiungibili maestri ci hanno lasciato? Potete portare ancora quel messaggio, adesso, in questa epoca di democrazia, in questa epoca di risveglio dei più poveri tra i poveri, potete portare di nuovo questo messaggio con la più grande enfasi. Allora voi, voi compirete la conquista dell'intero Occidente, non per vendetta del fatto che siete stati sfruttati - e nello sfruttamento, naturalmente, voglio includere l'Africa, e spero che la prossima volta che vi incontrerete in India, ci sarete tutte; che voi nazioni sfruttate della terra vi incontrerete insieme, se a quell'epoca ci saranno ancora nel mondo nazioni sfruttate. Sono così fiducioso che se metterete insieme i vostri cuori, non soltanto le vostre teste, ma i vostri cuori insieme, e capirete il segreto del messaggio che questi uomini saggi dell'Oriente ci hanno lasciato, e che se noi davvero diventiamo, meritiamo e siamo degni di quel grande messaggio, allora capirete che la conquista dell'Occidente sarà completa, e che lo stesso Occidente amerà quella conquista. Oggi l'Occidente anela alla saggezza. Oggi l'Occidente è disperato per la proliferazione delle bombe atomiche, perché una proliferazione delle bombe atomiche significa terribile distruzione, non soltanto per l'Occidente, ma sarà una distruzione del mondo intero, così che la profezia della Bibbia si avvererà e ci sarà un vero e proprio diluvio universale. Non voglia il cielo che ci sia quel diluvio, e non per i torti dell'uomo contro se stesso. Sta a voi liberare il mondo intero, non solo l'Asia, ma il mondo intero, da quella malvagità, da quel peccato. Questa è la preziosa eredità che i vostri maestri, i miei maestri ci hanno lasciato.

lunedì 15 settembre 2008

Artisti in strada




Julian Beever

Mi sono recentemente imbattuta in alcune immagini di Julian Beever (street painter) che forse molti di voi già conoscono, ma che mi fa piacere segnalare in questo blog.

Saper dipingere sul pavimento con l’accuratezza e la visione prospettica di questo artista “anomalo” non è, a mio parere, cosa di tutti i giorni.

Julian trasmette sul pavimento sensazioni uniche. Usando dei semplici gessetti, su marciapiedi e strade usa la sua fantasia e la tecnica dell'anamorfismo, per mezzo della quale viene prodotto un incredibile effetto illusorio di tridimensionalità.
Julian Beever - che non si limita a dipingere le proprie opere sul pavimento, ma trasmette la sua esperienza illustrativa anche su muro e su tela - ha prodotto i suoi capolavori in vari paesi del mondo, come Francia, Inghilterra e Australia e nel 2004 è diventato famoso su internet grazie ad una mail-catena attraverso la quale sono state pubblicizzate le sue opere.
Le immagini immortalavano l’artista mentre si tuffava in una piscina inesistente, oppure mentre nuotava - come Paperone - tra montagne di monete (di gesso color oro).
Proprio il fatto che le immagini venivano dal mondo di internet ha inizialmente alimentato dubbi circa l’autenticità di queste opere. In effetti, le illusioni ottiche tridimensionali sono talmente impressionanti che i più erano convinti che si trattasse solamente di brillanti composizioni digitali piuttosto che di arte da marciapiede.

La tecnica dell'anamorfismo, nota già ai tempi di Leonardo da Vinci, è un effetto di illusione ottica per cui un'immagine viene proiettata sul piano in modo distorto, tale per cui il soggetto originale sia riconoscibile solamente guardando l'immagine da una posizione precisa, producendo un effetto tridimensionale che sembra sfidare le leggi della prospettiva.

Una galleria di opere di Julian Beever si possono consultare al sito http://users.skynet.be/J.Beever/pave.htm
Julian Beever non è il solo artista di questo tipo: famose sono anche le creazioni del suo collega Kurt Wenner che si possono vedere all’indirizzo web
http://www.kurtwenner.com/street/.

sabato 13 settembre 2008

Nordic Walking Festival



Nordic Walking in Val Venegia

La Val Venegia comprende tutto l’anfiteatro delle Pale di S. Martino e mostra splendidi panorami sulle pareti del Mulaz, Vezzana e Cimon.

Alle 09.30 partiamo dal parcheggio a fondovalle e, seguendo un sentierino che si “arrampica”nel bosco, raggiungiamo i prati sottostanti la Malga Venegia.

Non appena si esce dal bosco lo sguardo si apre sui pascoli e sulla tipica nuda roccia dolomitica: un brivido mi ricorda di essere infinitamente piccola, ma anche immensamente felice di scoprire questi nuovi panorami, di “perdermi” su sentieri sconosciuti con tanti amici accanto a me.
La strada in questo primo tratto è pressoché pianeggiante e si fa con scioltezza. 40 minuti di camminata tranquilla e arriviamo alla Malga Venegiota (1824 mt) dove è d’obbligo la pausa caffè.

Ci si rimette in cammino (siamo un bellissimo spettacolo…. un lungo serpentone di nordic walkers) e in breve tempo si raggiunge Pian della Mezzana, dove svettano bianche dolomie che rendono il luogo quasi magico. La strada comincia a salire a tornanti, il nostro serpentone si allunga, il fiato si fa pesante, ma è splendido camminare, con il vento che sferza il viso, nel contrasto tra le rocce bianche da una parte e le morbide alture con ampi prati verdi dall’altra.

Raggiungiamo la Baita Segantini (2200 mt): il cielo si è un po’ rannuvolato, ma i panorami ampi che si aprono a 360° riempiono comunque la vista e l’aria i polmoni…
Riprendiamo fiato dopo la salita e poi cominciamo a scendere verso
la Capanna Cervino (2084 mt) dove arriviamo puntuali alle 13.30 per il pranzo.
Qui ci accoglie la famiglia Mich preparandoci polenta, lucaniche, tosela, fornaie (che scoperta gustosa!!!!), strudel, panna cotta con cui ricarichiamo le pile per essere pronti e continuare la nostra passeggiata.

Il sole gioca a nascondino tra le nuvole, ma ha preso coraggio e ci accompagna durante la nostra discesa verso la Malga Juribello (1868 mt), dove sembra che il piatto forte sia lo strudel caldo con il gelato di vaniglia fatto in casa con il latte delle mucche dell’alpeggio.

Continuiamo a scendere tra i pascoli (frequentati da mucche e asinelli) del versante sud del Castellazzo, per poi addentrarci – nel tratto finale – nel bosco che deve la sua fama al fatto che qui Stradivari sceglieva il legno per i suoi violini.
Il sentiero sbuca quindi nel parcheggio dove stamattina avevamo lasciato le nostre macchine e dal quale eravamo partiti per la nostra scoperta della Val Venegia…. La passeggiata è finita, la giornata è stata indimenticabile per tutti, le foto ci aiuteranno a ricordarla…. ma lo spettacolo ammirato ci farà senz’altro ritornare ancora ad attraversare questi splendidi sentieri!



Il percorso, lungo circa 13 km, copre un dislivello di 500-600 mt

Ringrazio infinitamente Adele, Pino e Ruggiero per avermi regalato alcune delle foto che vedete pubblicate in questo post.

Per leggere le curiosità e vedere un più ampio album fotografico della manifestazione clicca qui.

venerdì 12 settembre 2008

Jazz e diritti umani



jazzMUTO

In occasione del 60° anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo, è in programma a Roma da venerdì 12 a domenica 14 settembre (presso i giardini di Castel S. Angelo) il festival Jazz Muto, ovvero una manifestazione che combina il cinema muto e il jazz dei più grandi maestri della scena italiana, dedicando il programma cinematografico alle tematiche e ai valori alla Dichiarazione.

Cinema muto in jazz per i diritti umani vuole essere un richiamo - attraverso i mezzi, le storie, e i linguaggi del cinema muto e del jazz - alla coscienza che “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”, come afferma la Dichiarazione dei Diritti Umani e che è nostro dovere creare le condizioni ogni giorno perché questo non rimanga lettera morta.

Il programma presenta alcuni capolavori del cinema muto che hanno trattato tematiche legate ai diritti umani - anche attraverso il racconto di storie scanzonate come ha fatto lo stesso Chaplin - e avuto il merito di portare all'attenzione delle grandi masse, all'inizio del novecento, situazioni di disagio e di abuso, di sollecitare una presa di coscienza e favorire quel movimento di pensiero che ha originato nel 1948 la carta fondamentale dei Diritti Umani.

ingresso libero
jazzmutopress@gmail.com - 393.0714052 oppure 347.7247478 - www.cinemobile.it

lunedì 1 settembre 2008

5Km Walk&Run




Metti la salute in movimento

Per contribuite a prevenire il diabete mantenendo uno stile di vita sano, è stata organizzata martedì 9 settembre 2008, a Roma, la 5Km Walk&Run, una corsa non agonistica che avrà inizio e si concluderà nei giardini di Villa Borghese (appuntamento alle 18.00 presso piazza delle Canestre).
Sono previsti due giri dei giardini e ci saranno guide facilmente identificabili collocate in punti specifici lungo tutto il percorso di 5 Km e segnalatori del conto alla rovescia.

Si può partecipare alla manifestazione correndo o camminando, e vuole essere un'occasione di divertirsi in compagnia e fare qualcosa per star bene.

Gli istruttori del Walking Center di Roma, in compagnia del campione mondiale e olimpico di marcia Maurizio Damilano, saranno presenti e forniranno - camminando con i partecipanti - informazioni sul Fitwalking e sui benefici di questa disciplina.
La partecipazione è gratuita e dà diritto a ricevere la maglietta della manifestazione, il pettorale e vari gadget. Per iscrizioni è possibile inviare una email all'indirizzo info@walkingcenter.it indicando Nome, Cognome, Data di nascita e possibilmente un recapito telefonico (fisso o cellulare).

Per vedere i 5 km di percorso è possibile cliccare qui
Il sito ufficiale della manifestazione è
http://www.diabeteinmovimento.com/homeMaratona.html, mentre quello di Villa Borghese è http://www.villaborghese.it/