Una festa per ricordare un poeta
Proprio adesso, in questa serata, a quest'ora, in comunione con tante altre persone in Italia voglio pubblicare questo post, amici blog-nauti, per ricordare anche io un grande poeta del nostro secolo: Fabrizio de Andrè.
Sono al momento sintonizzata su Rai3 e mi sto godendo (talvolta con le lacrime agli occhi) lo spettacolo che ha organizzato Fabio Fazio con uno speciale di "CheTempoCheFa" dedicato interamente a De André a dieci anni esatti dalla sua morte.
Durante la trasmissione si stanno alternando famosi e meno famosi cantanti italiani e stranieri che vogliono tutti partecipare alla festa, al concerto, al "raduno emotivo" e mettere insieme le più disparate dimostrazioni d’affetto. Hanno già cantato, stanno cantando mentre scrivo e canteranno fino alle 23 circa Franco Battiato con Inverno, Ivano Fossati con Smisurata preghiera, Lucio Dalla con Don Raffaè, Gianna Nannini con Via del campo, la Pfm con Bocca di Rosa, Andrea Bocelli con La canzone dell’amore perduto, Vinicio Capossela con La città vecchia, Tiziano Ferro con Le passanti, Vecchioni con Girotondo, Jovanotti in collegamento da Spoon River (a Lewiston, Illinois) con Il suonatore Jones, Luciana Littizzetto che legge Le nuvole, e ancora Antonella Ruggiero, Nicola Piovani, Eugenio Finardi, Samuele Bersani, Piero Pelù, Edoardo Bennato, Massimo Bubola, fino al grande finale con Creuza de Ma cantata da Cristiano De André e Mauro Pagani dal Porto Antico di Genova.
La voce calda e inconfondibile di Fabrizio de Andrè si ascolterà più tardi... in un solo momento della serata, tra le 22.40 e le 22.50, con Amore che vieni e amore che vai, che sarà trasmessa in contemporanea, nella sua versione originale, da 300 emittenti radio. Mentre in studio le note della canzone saranno accompagnate da immagini in diretta delle città italiane, in una "sorta di simbolico abbraccio". Tra i network che hanno aderito all’iniziativa Radio Rai, Radio DeeJay, Rtl 102.5, Radio Italia Solo Musica Italiana.
E un ricordo arriverà anche da Win Wenders. Il regista tedesco, che da sempre dichiara di apprezzare l’opera di de Andrè, sta pensando infatti di organizzare a New York un concerto a lui dedicato con la partecipazione di grandi artisti provenienti da tutto il mondo.
Personalmente trovo difficile dire quale canzone preferisco tra la produzione ampissima di Fabrizio de Andrè... anche se trovo splendido un suo album in particolare: La buona novella, dove il cantautore genovese prende spunto dai Vangeli Apocrifi per narrare la storia umana, terrena, sofferente di Cristo attraverso le vicende di chi lo ha visto agire, di chi lo ha amato come Maria, come Giuseppe o il ladrone Tito.
Il disco, del 1970, contiene dieci canzoni, una più bella dell'altra:
1. Laudate Dominum
2. L'infanzia di Maria
3. Il ritorno di Giuseppe
4. Il sogno di Maria
5. Ave Maria
6. Maria nella bottega di un falegname
7. Via della Croce
8. Tre madri
9 . Il testamento di Tito
10. Laudate hominem
Voglio chiudere questo post copiando il testo di una di queste canzoni le cui parole mi sembrano di grande attualità, da tenere a mente sempre.
Il testamento di Tito
Non avrai altro Dio all'infuori di me,
spesso mi ha fatto pensare:
genti diverse venute dall'est
dicevan che in fondo era uguale.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.
Non nominare il nome di Dio,
non nominarlo invano.
Con un coltello piantato nel fianco
gridai la mia pena e il suo nome:
ma forse era stanco, forse troppo occupato,
e non ascoltò il mio dolore.
Ma forse era stanco,
forse troppo lontano,
davvero lo nominai invano.
Onora il padre, onora la madre
e onora anche il loro bastone,
bacia la mano che ruppe il tuo naso
perché le chiedevi un boccone:
quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
Quanto a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
Ricorda di santificare le feste.
Facile per noi ladroni
entrare nei templi che riguargitan salmi
di schiavi e dei loro padroni
senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Il quinto dice non devi rubare
e forse io l'ho rispettato
vuotando, in silenzio, le tasche già gonfie
di quelli che avevan rubato:
ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri nel nome di Dio.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri nel nome di Dio.
Non commettere atti che non siano puri
cioè non disperdere il seme.
Feconda una donna ogni volta che l'ami
così sarai uomo di fede:
Poi la voglia svanisce e il figlio rimane
e tanti ne uccide la fame.
Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore:
ma non ho creato dolore.
Il settimo dice non ammazzare
se del cielo vuoi essere degno.
Guardatela oggi, questa legge di Dio,
tre volte inchiodata nel legno:
guardate la fine di quel nazzareno
e un ladro non muore di meno.
Guardate la fine di quel nazzareno
e un ladro non muore di meno.
Non dire falsa testimonianza
e aiutali a uccidere un uomo.
Lo sanno a memoria il diritto divino,
e scordano sempre il perdono:
ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
Non desiderare la roba degli altri
non desiderarne la sposa.
Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi
che hanno una donna e qualcosa:
nei letti degli altri già caldi d'amore
non ho provato dolore.
L'invidia di ieri non è già finita:
stasera vi invidio la vita.
Ma adesso che viene la sera
ed il buio mi toglie il dolore dagli occhi
e scivola il sole al di là delle dune
a violentare altre notti:
io nel vedere quest'uomo che muore,
madre, io provo dolore.
Nella pietà che non cede al rancore,
madre, ho imparato l'amore.
1 commento:
Ciao Ale... Io purtroppo mi son perso questo avvenimento alla Tv perchè impegnato con il mio Gruppo Trekking alla festa di presentazione del programma 2009. Ho assistito ad uno degli ultimi concerti di Fabrizio De Andrè in occasione del Festival "ONDA MEDITERRANEA", tenutosi a Pontassieve ( FI ) nel 1997. Concordo In quel che dici : anche a me resta difficile trovare la canzone preferita di Fabrizio, fra le sue migliaia... Sappiamo che Fabrizio ci ha lasciato ben più di una "goccia di splendore", ci ripetiamo ancora una volta che "è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati" e ci piace immaginarcelo in un lontano "vortice di polvere" a suonare, cantare, scrivere e a sfiorare il cielo "con il suo dito più corto".
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