martedì 25 novembre 2008

Violenza sulle donne



Giornata mondiale per l'eliminazione della violenza sulle donne

Oggi, martedì 25 novembre, è la giornata mondiale per l'eliminazione della violenza sulle donne al fine di garantire a tutte le donne il diritto umano a vivere una vita libera dalla violenza. Saranno centinaia le iniziative previste per oggi in tutto il mondo, perché ovunque sono milioni le vittime di aggressioni e soprusi.

La data del 25 novembre è stata scelta dal movimento internazionale delle donne in onore delle sorelle Mirabal, attiviste della Repubblica Dominicana assassinate il 25 novembre del 1961 perché si opponevano al regime dittatoriale del loro paese. Il coraggio e la compassione dimostrati dalle sorelle Mirabal hanno fatto di loro delle eroine internazionali e la loro storia è stata scelta per enfatizzare simbolicamente quanto la violenza contro le donne sia una violazione dei diritti umani.

La violenza sulle donne non è mai normale, lecita o accettabile e non dovrebbe mai essere tollerata o giustificata. Ognuno - individui, comunità, governi, organismi internazionali - ha una propria responsabilità nel porvi fine e nel riparare la sofferenza provocata. Per tale motivo, la solidarietà degli uomini è una componente essenziale nella strategia di Amnesty (che ha promosso la campagna sin dal 2004), poiché il sesso maschile non è soltanto il soggetto che infligge la violenza, ma è quest'ultima che spesso lo travolge e sono in molti uomini a volerla combattere. Così il movimento per i diritti umani offre agli uomini una posizione attraverso cui essi possono effettivamente schierarsi.

La violenza sulle donne è la forma di violenza più diffusa in tutto il mondo.
È un fenomeno subito da donne di qualsiasi età, cultura, religione, classe sociale. Secondo i dati Ista, per l'Italia, sono quasi 7 milioni le donne tra i 16 e i 70 anni che hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita; 5 milioni di donne hanno subito violenze sessuali (23,7%), 3 milioni 961mila violenze fisiche (18,8%).
Capelli strappati, spinte, schiaffi, calci, pugni e persino morsi, violenze psicologiche: i partner sono responsabili della quota più elevata di tutte le forme di violenza fisica rilevate. Nella quasi totalità dei casi le violenze non vengono denunciate, per paura di ritorsioni o perché alcune autorità tollerano questi fenomeni, e gli episodi rimangono nascosti.

Un monito arriva direttamente dall'Onu: la violenza contro le donne resta un «immenso problema ovunque nel mondo» e in numerose situazioni di conflitto è una piaga endemica, ha detto a Ginevra l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Navy Pillay lanciando un appello contro l'impunità dei responsabili delle violenze. E l'Ifad (Fondo Internazionale per lo sviluppo agricolo dell'Onu) ricorda che le donne delle comunità povere nelle aree rurali sono particolarmente soggette alla violenza, violenza che viene esercitata sotto diverse forme: abusi sessuali e fisici tra le mura domestiche, stupri, diffusione di Hiv-Aids, pratiche tradizionali, come la mutilazione genitale, e il traffico di esseri umani.

Tra i numerosi eventi organizzati in Italia oggi, l'associazione Telefono Rosa (http://www.telefonorosa.it/) distribuirà a Roma 10 mila copie di una guida per la prevenzione delle violenze. L'associazione ha anche rivolto un appello alle parlamentari per un'azione comune perchè sia approvata la legge che istituisce il reato di stalking.


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