lunedì 1 dicembre 2008

Una promessa mantenuta



Margherita e il Dalai Lama

Sono passati quasi 4 mesi dalle Olimpiadi di Pechino e la promessa fatta da Margherita Granbassi in occasione delle sue due medaglie di bronzo è stata finalmente mantenuta.
Margherita è infatti riuscita (dopo giorni e giorni di contatti e tentativi) ad incontrare a Praga ieri, domenica 30 novembre, il Dalai Lama e gli ha regalato la sua maschera di gara. Il capo spirituale dei tibetani a sua volta ha donato una sciarpa bianca all'atleta italiana che si è commossa.

L'incontro ha avuto luogo in un grande albergo nel centro della capitale della Repubblica Ceca. "Sono molto emozionata all'idea di incontare il Dalai Lama", aveva detto Margherita prima dell'incontro, ricordando che "lui è un uomo che da sessant'anni combatte in modo pacifico per la causa del suo popolo. Ho sempre ammirato l'equilibrio con cui ha saputo guidare la propria gente e farne sentire la voce in tutto il mondo dall'esilio. So che il mio gesto è una cosa piccola rispetto alla dimensione del problema, ma credo anche che sia dovere di ognuno fare quel che è nelle sue possibilità per contribuire al rispetto dei diritti umani".
"È stata una grande emozione - ha detto poi Margherita - tanto che ancora non credo di essermi ripresa. Poter stare a pochi centimetri di distanza da lui è stata veramente qualcosa che mi ha fatto provare una sensazione meravigliosa. Ho potuto abbracciarlo, mentre io pensavo che avrei dovuto stargli a debita distanza. Invece ho scoperto una persona che ha avuto la capacità di mettermi immediatamente a mio agio. Non so quanto sia durato l'incontro: potrebbe essere durato un minuto come un'ora. Lui mi ha messo intorno al collo la sciarpa bianca e io gli ho raccontato cosa serve la maschera allo schermitore. Poi gli ho spiegato che ho deciso di donargli la maschera e non il fioretto. Il fioretto è un'arma che offende, mentre la maschera protegge, quello che fa lui con il suo popolo".

Appena tornata in Italia dalle Olimpiadi cinesi la Granbassi - a conoscenza della repressione attuata proprio in quei giorni nel Tibet - decise di donare la propria maschera al Dalai Lama, dicendo che "la stessa maschera che mi ha protetto a Pechino dagli attacchi delle mie avversarie, vorrei che potesse servire a lui per proteggere il suo popolo dai soprusi".
La sua presa di posizione a Pechino spinse altri atleti, come Antonio Rossi e Josefa Idem, a unirsi nella solidarietà al popolo tibetano e nella difesa dei diritti civili. Ma nessuno è stato duro come la Granbassi in quei giorni: "Mi sono sentita quasi in colpa. Per aver gioito per le mie due medaglie, mentre nello stesso paese si reprimono le manifestazioni di gente innocente. Siamo stati protagonisti di un simpatico teatrino. A questo punto credo che le Olimpiadi siano state inutili".

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