martedì 17 giugno 2008

Mandala di Pace per il Tibet




Mandala Yamantaka

Sono iniziati sabato 10 maggio i lavori di costruzione del Mandala di Pace per il Tibet più grande mai costruito in Europa (4 metri per 4). Le operazioni sono svolte presso il museo d’arte orientale Obrietan di Brendola, in provincia di Vicenza.
I monaci tibetani, che stanno realizzando il sacro disegno, intendono con questo gesto inviare un messaggio di pace nei confronti di quel popolo Tibetano che tanto soffre a causa di una persistente mancanza di dialogo con la Cina.
Il disegno - in una prima fase - è stato completato su una tavola di legno e su questa si è poi cominciato a costruire, con una finissima sabbia di marmo colorata, il Mandala Yamantaka vero e proprio. La realizzazione del Mandala sacro sta comportando tre mesi di lavoro incessante e chiunque può seguire la minuziosa costruzione anche attraverso i siti internet http://www.museobrietan.org/ oppure sul giornale on line http://www.liberoreporter.it/, in qualunque momento della giornata.

Pochi giorni prima dell’inizio delle Olimpiadi, il 26 luglio 2008 alle ore 18, si terrà quindi la preghiera che accompagnerà il toccante rito della dispersione del Mandala, che ha il significato intrinseco della distruzione del male e della propagazione della pace e della felicità. Durante il rito della dispersione, ai presenti verrà offerta la sabbia con cui è stato realizzato il disegno, affinché sia di buon auspicio.

Il mandala Yamantaka ha un grandissimo valore spirituale; è noto come distruttore del signore della Morte ed è raffigurato provvisto di una spada con cui lacererà i veli dell’ignoranza. La sua speciale qualità e le sue sembianze vengono utilizzate nel cammino spirituale per trasformare le forze distruttive quale ira e odio, in forze benefiche, per combattere le forze negative interiori ed esteriori che impediscono la pace e la felicità. Yamantaka è una locuzione in sanscrito che porta all’illuminazione della saggezza e porta verso la tanto auspicata pace, una pace universale.

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