giovedì 29 maggio 2008

Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo




Rapporto Amnesty International 2008

La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo compie 60 anni, ma se li porta piuttosto male secondo Amnesty International, che nel suo rapporto annuale 2008 snocciola i fallimenti accumulati dai governi nel garantire il rispetto di quanto sancito in quel documento e invita i leader mondiali a chiedere scusa. Per le torture, i maltrattamenti, la repressione del dissenso, le limitazioni alla libertà di espressione.
Adottando la Dichiarazione a Parigi nel '48, le Nazioni Unite si impegnavano a rispettare la libertà , la giustizia e la pace nel mondo.
61 sono i Paesi dove è ancora presente la tortura, 54 quelli dove si celebrano processi iniqui, in 77 non è consentita la libera espressione delle proprie idee.
Tra le crisi più gravi Amnesty identifica, il conflitto in corso nel Darfur, la situazione nella striscia di Gaza, le violenze nello Zimbabwe, gli scontri in Iraq e le atrocità commesse dalla giunta in Myanmar (ex Birmania). Punta il dito contro la Cina, la Russia, gli Stati Uniti, ma non risparmia il vecchio continente che pure ha dato vita nell’immediato dopo guerra al primo organismo per la protezione dei diritti umani, il Consiglio d’Europa, e che ancora oggi mostra preoccupanti lacune nella tutela dei più deboli. In particolare di quelli che scappano dai paesi a rischio e premono alle porte dell’Ue.
“L’Europa continua a rappresentare una calamita per quanti tentano di fuggire da persecuzioni, violenze o povertà” dice il rapporto “ma il continente continua a deluderli adottando approcci repressivi verso l’immigrazione irregolare. Uomini, donne e bambini si sono visti negare l’accesso alle procedure per la richiesta di asilo; alcuni sono stati detenuti illegalmente, mentre ad altri sono state negate le informazioni e l’assistenza legale necessarie. Molti sono stati espulsi illegalmente prima che le loro domande fossero adeguatamente esaminate, mentre altri sono stati mandati in paesi dove erano a rischio di violazioni dei diritti umani”.

Il Rapporto 2008 è dedicato a tutte le donne e a tutti gli uomini che con coraggio continuano a porsi in prima linea a difesa dei diritti umani e documenta lo stato dei diritti umani in 150 Paesi e Territori, rivelando un mondo lacerato da disuguaglianze, sfregiato da discriminazioni e stravolto da repressioni politiche. Il volume intende essere la dimostrazione di come, per realizzare la visione, enunciata dalla Dichiarazione, della "libertà dalla paura e dal bisogno" vi sia un unico modo possibile: quello di lavorare per assicurare che l'indivisibilità dei diritti sanciti dalla Dichiarazione diventi davvero una realtà per tutti.


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