lunedì 14 giugno 2010
Solstizio d'estate
La festa della luce
Intorno al 21 Giugno il Sole raggiunge lo Zenit - cioè il punto più alto sopra di noi - ed è il cosiddetto solstizio d'estate, ovvero il giorno è il più lungo dell'anno spingendosi fino alla sua massima durata e la notte è la più corta dell’anno.
In questo giorno inizia l’estate astronomica, mentre siamo nel pieno dell’estate agricola, il solstizio d’estate viene anche chiamato il giorno di mezza estate, mentre i celtici chiamavano questo giorno Litha dal nome di una antica Dea simile a Demetra/Cerere.
Come il solstizio d’inverno e i due equinozi, questa festa è un periodo di stasi, un momento in cui il Sole si trova in precario equilibrio e per qualche giorno sembra fermo sull’orizzonte e gli antichi svolgevano riti perché il Sole ricominciasse il suo ciclo infinito.
La sacralità delle giornate solstiziali è una tradizione che giunge a noi dalla notte dei tempi.
Nei miti nordici questo passaggio è rappresentato dall’eterna lotta tra il Re della Quercia (sovrano della parte crescente dell’anno) e il Re Agrifoglio (regnante della parte calante dell’anno). Lo scontro tra i due Re avviene durante i solstizi: durante il solstizio d’Estate il Re Quercia muore per lasciare posto al Re Agrifoglio, mentre durante il solstizio d’inverno il Re Agrifoglio perisce per far si che il Re Quercia possa regnare. Quando uno dei sovrani muore va nel regno della Dea Arianrhood (ruota d’argento) per ritemprarsi in attesa della rinascita.
Molte altre sono comunque le antiche credenze e usanze collegate al solstizio d’estate, una festa indubbiamente collegata alla fertilità dei campi... è infatti in questo periodo che ciò che era stato piantato in precedenza comincia a farsi visibile, la terra è rigogliosa, molti frutti e ortaggi vengono raccolti e mangiati o venduti, per permettere il sostentamento della comunità. Questo si ribaltava nei riti e negli usi delle popolazioni, in alcuni paesi, come il Galles per esempio, c’erano (e ci sono ancora oggi) usanze legate alla fertilità della donna e dell’uomo o alla divinazione nei riguardi dell’amore.
Nella fase di cristianizzazione delle feste rurali al solstizio d’estate è stato sovrapposto la festa di San Giovanni che è considerata una festa per la raccolta di molte erbe. Molte sono le tradizioni legate a questa festa, la più conosciuta è la raccolta della rugiada della notte tra il 23 e il 24 Giugno: la rugiada raccolta in questa notte avrebbe capacità taumaturgiche di ogni tipo e in magia è utilizzata per molti incanti. E ci sono poi anche altre tradizioni che, inutile dire, sono legate al mondo rurale e pagano, assorbite però dalle festività religiose cristiane senza però snaturarne le origini e il senso delle stesse.
Il solstizo d'estate produce anche una serie di fenomeni astronomici alquanto interessanti: a causa dell'inclinazione dell'asse di rotazione della Terra, a latitudini superiori ai 66° il sole non scende mai sotto l'orizzonte e quindi non cala mai la notte e assistiamo al cosiddetto sole a mezzanotte.
La durata di questo fenomeno dipende dalla latitudine: a 70° il sole non tramonta per 17 giorni consecutivi, a 80° per 71 giorni, ai poli (90°) per metà dell'anno. Dato che non ci sono terre abitate a sud del circolo polare antartico, questa esperienza è limitata alle popolazioni della Fennoscandia, della Russia, del Canada, dell'Alaska, della Groenlandia e dell'Islanda (quest'ultima solo per rifrazione, essendo sotto il circolo polare).
Nelle regioni a latitudini inferiori al circolo polare fino a circa il 60° parallelo, si verifica poi il cosiddetto fenomeno della notte bianca. In tali regioni il Sole tramonta dietro l'orizzonte, ma a causa della rifrazione la luce del crepuscolo è sufficiente per svolgere ogni attività notturna senza l'utilizzo di luce artificiale.
Su La Repubblica on line di oggi, nella sezione Viaggi, c'è un bell'articolo di Anna Maria De Luca - Da Helsinki a Riga, l'estate è festa - nel quale vengono descritti le principali mete e celebrazioni del solstizio d'estate nel Nord Europa.
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