giovedì 3 dicembre 2009

Il clima che vorremmo...




Decalogo del cittadino ecologico

Lunedì prossimo prende il via il summit delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e speriamo che questo ennesimo incontro dei Grandi della Terra dia qualche risultato, sia a livello locale che per il mondo intero.
Dobbiamo però ricordare che la salute del pianeta dipende anche dai comportamenti individuali e quindi mi sembra molto interessante riprendere quello che scrive oggi Federico Rampini su La Repubblica.

In California esiste, ad esempio, un movimento battezzato "cool roofs", ovvero letteralmente "tetti freschi", ma che - con un gioco di doppi sensi - significa anche "di moda". In un mondo dove la temperatura media tende a salire e dilagano i condizionatori d'aria anche in zone dove un tempo non esistevano, una piccola innovazione come questa può avere un impatto cruciale.
Ci sono poi altre vicende e altri esperimenti in corso in molte realtà (non solo statunitensi) che dimostrano (avallate anche da studi di numerosi scienziati e ricercatori) come anche attraverso piccole operazioni "dal basso" si aiuti il miglioramento delle condizioni climatiche globali.

Lo conferma una recente inchiesta dell'autorevole rivista New Scientist: "L'attenzione che rivolgiamo ai vertici mondiali sul cambiamento climatico rischia di farci dimenticare questa semplice verità. Qualunque cosa decidano i governi sui tetti alle emissioni di CO2, alla fine i responsabili del disastro ambientale siamo noi, il cambiamento climatico comincia in casa".
New Scientist punta il dito sui "cinque eco-crimini che commettiamo ogni giorno":

1. Il risveglio e l'abitudine più sacra... il caffè
se si calcola l'energia consumata per coltivarlo, raccoglierlo, trasportarlo dai paesi tropicali e, infine, realizzarlo attraverso la macchina del bar... se si calcola una media di 6 tazzine di espresso al giorno (dose non rara per l'italiano medio)... in un anno vengono generati circa 175 kg di CO2, cioè quanto un volo Roma-Londra.
Un espresso in meno al giorno è già un micro-risparmio del 16%.

2. La toilette
anche in questoun modesto cambiamento di abitudini può fare una differenza enorme.
Ogni kg di rotoloni fatti con carta igienica riciclata al 100%, ridurrebbe di ben 30 litri il consumo di acqua e di 3 kilowattora quello di elettricità.

3. la moda usa-e-getta
ovvero i capricci dello stile che riempiono i nostri guardaroba di abiti indossati per una stagione. Negli ultimi 15 anni la produzione mondiale di tessile-abbigliamento è balzata da 40 a 60 milioni di tonnellate, ma un milione di tonnellate di vestiti semi-nuovi finiscono nella spazzatura ogni anno.

4. l'ossessione per la pulizia
in Inghilterra è stato calcolato che solo il 7,5% degli indumenti messi in lavatrice sono davvero sporchi. Una famiglia media che manda quattro o cinque lavatrici a settimana crea più di mezza tonnellata di CO2, una bella fetta dell'emissione media del cittadino europeo (10 milioni).

5. il cibo buttato via
questo eco-crimine è moralmente ripugnante... ma - ahimè - è anche il più diffuso. Una famiglia americana media getta via il 30% degli alimenti che ha comprato al supermercato, 48 miliardi di dollari finiscono nella spazzatura ogni anno. Solo il latte fresco buttato via in Inghilterra per essere prodotto ha creato altrettante emissioni CO2 di 10.000 automobili.

Questo elenco - ridotto se volete - ci conferma che Copenaghen comincia in casa nostra ogni mattina e che ci basterebbe davvero poco per cominciare a stare in un mondo migliore...

http://www.newscientist.com/

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