martedì 3 marzo 2009

Maurits Cornelius Escher




La prospettiva che sfida la gravità

Oggi voglio parlarvi di un artista che amo molto: Maurits Cornelius Escher, l'autore di prosettive impossibili... probabilmente uno dei matematici più amati!
La città di Verona gli sta dedicando una mostra - Magia di Escher, presso la Galleria Civica di palazzo Forti fino al 29 marzo - e a me personalmente è capitato di andare a vedere un'esposizione a Roma, un anno fa circa.

Mi hanno sempre entusiasmato i suoi disegni, sospesi tra realtà ed immaginazione, prospettive rigorose ma in realtà impossibili. Escher indagò con il rigore di uno scienziato le leggi matematiche della simmetria, della prospettiva e della suddivisione del piano.
Giochi di forme delineate nei colori assoluti del bianco e nero per pesci che spiccano il volo ed uccelli che nuotano nel mare (come nel caso di Cielo ed acqua - Sky and water, 1938) oppure prospettive surreali nelle quali vengono stravolte visivamente anche le leggi di gravità (ne è un esempio Salita e discesa).






Salita e discesa - Relativity, 1940


Tutte le opere di Escher hanno una forte componente matematica, e molti dei mondi che ha disegnato sono costruiti attorno ad oggetti impossibili (il Triangolo di Penrose ad esempio) oppure ad illusioni ottiche (il Cubo di Necker), oppure ad oggetti in "gravità", come nel caso di rettili multicolori che sporgono le loro teste da un dodecaedro stellato.
Le implicazioni logiche, matematiche, geometriche e fisiche sono piuttosto variegate, e coinvolgono molti altri concetti:
- 'autoreferenzialità', nel caso delle due mani che si disegnano vicendevolmente;
- 'processi ricorsivi', collegati a particolari rotazioni del piano, come in galleria di stampe, dove un visitatore, guardando fuori da una finestra della galleria rivede l'edificio contenente anche se stesso, in una successione potenzialmente infinita;
- 'infinito' (sia filosofico che matematico) - preludio alle geometrie frattali a sviluppo infinito - come nelle opere sul tema del limite del cerchio, dove un motivo ripetitivo si espande nell'infinitamente piccolo;
- 'moto perpetuo', dove un trucco percettivo permette il disegno di una cascata che aziona un mulino e la stessa acqua torna ad alimentare la cascata;
- 'tassellature' degli spazi bi e tridimensionali, impieganti "tessere" ripetute con tutte le possibili variazioni.






Galleria di ritratti - Print gallery, 1956



Nessun commento: