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Le nuove frontiere del viaggiare
Viaggiare senza meta o viaggiare inseguendo sogni e sensazioni particolari, uniche, diremmo anche.... strane!
Ci sono turisti che partono alla ricerca dell'ululato dei lupi; altri che "vanno a caccia" di alberi rari.


Ci sono persone che quando vanno in vacanza scendono nel buio di antiche miniere oggi non più produttive oppure "alloggiano" in hotel subacquei in fondo al mare.
Non ci sono limiti... tutto è ormai raggiungibile con un semplice biglietto: si può viaggiare su carrozze gitane, andare alla ricerca di tornado, prendere il sole su spiagge artificiali o andare nei boschi per vedere il foliage, le foglie che cadono .
In un recente libro - Tutti i colori del verde. Cartografia dei turismi vocazionali e delle passioni per la natura (Franco Angeli) - Andrea Pollarini (presidente della Scuola Superiore del Loisir) delinea le nuove frontiere del turismo, gli scenari dei Grand Tour contemporanei che ci mettono di fronte alla realtà che non è tanto più la meta che interessa un viaggiatore, quanto le sensazioni e le emozioni che esso prova in quel determinato viaggio.
"Il nuovo turista non consuma più delle destinazioni, in quanto tali, ma piuttosto delle esperienze" spiega Andrea Pollarini; "la vacanza è diventata soprattutto un' occasione per esprimere un interesse specifico o per dare corpo a una passione. Così più che l'esplorazione di un luogo, è la costruzione del sogno uno degli obiettivi principali della nuova offerta turistica".

E poi girando girando troviamo anche i viaggi virtuali dove "veri pionieri" dimostrano come sia proprio il viaggio inteso come spostamento fisico ad essere sorpassato.
Ed è qui che la mia perplessità cresce e comincio a pormi tante domande....
È corretto cercare di salvare i turisti alla ricerca di "sensazioni forti" che vanno in paesi pericolosi (per essere ad esempio lì rapiti) o a "caccia di tornado" o ancora alla ricerca di slavine?
È viaggio quello fatto di fronte al computer, navigando sì... ma in maniera virtuale sul web, vedendo città e posti sconosciuti sì.... ma non sentendone i profumi, non assaporandone i gusti, non scambiandosi informazioni con gli abitanti, non "perdendosi" nei mille piccoli spazi?
O viaggio è scoperta, di luoghi così come di sensazioni?
Viaggio non è forse capire, crescere, maturare nella propria cultura e nel confronto con gli altri?
Viaggio non vuol comunque dire riconoscere e conoscere... i propri limiti, le proprie paure, la propria diversità così come le proprie similitudini con altri popoli?
Non so.... Aspetto le vostre idee, i vostri commenti...
Aspetto di capire insieme a voi cosa potrebbe essere un viaggio!
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